Da quando i nuovi dirigenti americani hanno preso in mano le redini della AS Roma hanno sempre avuto in mente un unico progetto: rendere la società un brand internazionale. Un marchio da esportare in tutto il mondo ed in particolar modo in America dove già hanno sperimentato operazioni di marketing simili nel basket e nel baseball. Così ieri sera il presidente James Pallotta ha convocato una conferenza stampa per presentare il nuovo logo. Un secondo dopo su Twitter, Facebook e sul forum dei tifosi giallorossi si è scatenato l’inferno.
Gli autogol sono stati più di uno. Ad una prima occhiata non sembra nulla di nuovo, ci sono la Lupa, simbolo della città, che allatta Romolo e Remo, e sotto di loro la scritta Roma 1927, cioè l’anno di nascita della società, su uno sfondo giallorosso. Sulla carta sono cambiamenti positivi perché il marchio “Roma 1927” è sicuramente più esportabile di quello precedente, ovvero semplicemente “ASR”. Ma ai tifosi non è andato giù. Prima di tutto non è piaciuto perché i tifosi speravano di venire interpellati, ed invece la società ha fatto tutto da sola. E poi perché al 60% dei tifosi interpellati in un sondaggio non piace affatto esteticamente.
Cominciamo dalla lupa, il cui disegno è a grandi linee simile a quello precedente, ma un po’ più elementare. Il contrasto più netto tra i colori non fa più sembrare le macchie scure delle ombre, com’era nel precedente, ma fa sembrare che la lupa abbia una benda sull’occhio. Ma ciò che ha fatto più arrabbiare i tifosi è la scritta. Avrebbero preferito inserire l’acronimo “AS” prima di “Roma”, per distinguere la società dalla città (che si sa è composta anche da laziali), e poi l’inserimento dell’anno di fondazione della società fa sembrare come se sia la città ad essere stata fondata un secolo fa, e non la squadra.
E poi ci sono i risentimenti personali e campanilistici. Ad esempio da tempo c’è la rivalità tra laziali e romanisti su quale sia la società che è nata prima. Ufficializzando la nascita nel 1927, in pratica gli americani stanno ammettendo che la Lazio sia nata prima (nel 1900), facendola diventare la prima squadra della Capitale. E poi cosa si può dire alle decine di tifosi sfegatati che si sono tatuati il vecchio logo sulla pelle? Come se non bastasse sulle bancarelle intorno allo Stadio Olimpico e nel resto della città le magliette false sono commercializzate con un logo molto simile a quello nuovo. Sembra quasi che sia il marchio ufficiale a doversi adeguare. Ma ormai è fatta e si spera solo che almeno la risposta del merchandising sia diversa da quella dei tifosi.
Foto: AS Roma su Facebook