Bufera sul PD: presentato ddl anti-Movimento 5 Stelle

di Onofrio Marco Mancini
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Sulla carta non si tratta di un provvedimento ad partitum, se così si può definire, perché colpisce tutti i movimenti politici. Ma siccome l’unico movimento di peso che non sia un partito è quello di Grillo, diventa evidente che la finalità ultima è di colpire proprio lui. Stiamo parlando dell’ultima proposta di legge, firmata da Anna Finocchiaro e Luigi Zanda, che di fatto elimina dalle prossime elezioni la minaccia del Movimento 5 Stelle, almeno se si presentasse nella stessa forma in cui si è presentato ora.

Nel disegno di legge si dice chiaramente che i movimenti politici non possono partecipare alle elezioni (e nemmeno percepire rimborsi elettorali, ma il M5S già non li incassava) se non hanno una forma partitica, ovvero devono avere uno statuto depositato come lo hanno il Pd, il Pdl e tutti gli altri partiti oggi in Parlamento. È chiaro che se Beppe Grillo volesse partecipare alle prossime elezioni, basterebbe cambiare la forma del suo movimento, ma in questo modo lo snaturerebbe visto che non potrebbe più dire di avere un “non statuto” e diventerebbe un partito come tutti gli altri. Esattamente l’opposto di quello che lui dice da anni.

Questa proposta suona quasi come una vendetta nei confronti del comico genovese dopo il rifiuto del Movimento 5 Stelle di entrare nel Governo ed appoggiare Bersani. Una mossa del PD davvero incomprensibile se pensiamo che non c’era nel programma, e che anzi nel programma elettorale c’era esattamente l’opposto, ovvero risolvere una volta per tutte il conflitto d’interessi con Silvio Berlusconi. Proprio quel Berlusconi con cui oggi sono al Governo e che dunque gli impedisce di legiferare contro la sua palese incandidabilità.

La reazione di Grillo è stata come sempre dura e radicale. Non ha intenzione di snaturare il suo movimento politico ed ha annunciato che, se la legge passasse, non si presenterà alle prossime elezioni, ma farà opposizione dall’esterno come ha sempre fatto in questi anni.

Il Movimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti Movimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni

ha annunciato Grillo sul suo blog. Com’è ovvio che sia, i promotori non accettano che il loro provvedimento passi come una legge anti-Movimento 5 Stelle. Già nella scorsa legislatura proposero una legge simile perché senza uno statuto e senza una figura giuridica, questi partiti hanno poca trasparenza interna. Ma quali sono le differenze sostanziali?

La forma giuridica di un partito dichiara pubblicamente quali sono gli organi dirigenti, il collegio sindacale, i revisori dei conti con tanto di iscrizione presso una società di revisione dei conti che certifichi i bilanci. Inoltre con questo statuto si possono chiedere i rimborsi elettorali. In effetti nel M5S non c’è nulla di tutto questo, si sa che decidono tutto Grillo e Casaleggio. Ma da qui a dire che non possono partecipare alle elezioni, ce ne passa.

Le reazioni non sono mancate. Sia all’interno che all’esterno. Si oppone a questa legge Matteo Renzi che afferma che così si fa vincere Grillo, mentre diverso è il tono dei grillini. Roberto Fico ci va cauto, affermando che sarebbe meglio occuparsi dell’ineleggibilità di Berlusconi, come invece stanno facendo loro con ddl in Parlamento; altri invece sul blog cominciano già a parlare di guerra civile, e partono anche gli insulti.

Qua è guerra! Guerra! O la democrazia o la rivoluzione armata!

si legge sul blog. Commenti che non vorremmo mai vedere, ma che derivano da una situazione che si fa sempre più incandescente. E non finisce qui. La tensione è destinata ad acuirsi nei prossimi giorni quando si discuterà la possibilità o meno di realizzare la legge anti-Berlusconi. I grillini puntano su una legge di oltre mezzo secolo fa che vieta ai beneficiari di concessioni pubbliche (come quelle televisive) di essere eletti in Parlamento. Il Pd ha sempre respinto per 20 anni questa incompatibilità, ma ora il M5S, Sinistra Ecologia e Libertà ed anche qualche esponente del Pd e della Lega potrebbero decidere di votare a favore, mettendo anche in pericolo lo stesso governo. La battaglia è iniziata.

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