Quando il clima globale cambia, e parliamo anche di cambiamenti soltanto all’apparenza insignificanti, come l’aumento di uno o due gradi delle temperature, si assiste a migrazioni climatiche che interessano sia le popolazioni affette da siccità, carestie, alluvioni, sia le piante e gli animali. Uno studio pubblicato su Nature Geoscience effettuato dal New Berkeley Lab ha cercato di capire cosa avverrà alle foreste boreali con l’aumento delle temperature previsto per fine secolo. Le foreste boreali sono un importante deposito naturale di stoccaggio del carbonio e capire come reagiranno al riscaldamento globale è fondamentale per studiare strategie di adattamento efficaci a contenere il surriscaldamento atmosferico.
I ricercatori del New Berkeley Lab hanno scoperto che le foreste boreali si sposteranno sempre più verso Nord, rilasciando quantitativi di carbonio di gran lunga superiori alle aspettative. Il carbonio intrappolato dalle piante verrà dunque immesso nell’atmosfera, aggravando ulteriormente il riscaldamento globale e l’inquinamento.
Gli ecosistemi boreali circondano le alte latitudini del pianeta, ricoprendo con foreste di conifere e zone umide vaste aree del Canada, dell’Europa e della Russia. Questa vegetazione immagazzina grandi quantità di carbonio, tenendole fuori dall’atmosfera ed impedendo che contribuiscano al cambiamento climatico. Le foreste boreali si sposteranno verso Nord nei prossimi decenni, dal momento che le aree settentrionali del Pianeta diventeranno sempre più umide e calde. Potrebbe essere una bella notizia se si trattasse di un’espansione dell’area forestale, in realtà si tratterà di una migrazione che lascerà sempre più aride e deserte le aree più a Sud. Aree che verranno ricoperte da praterie, adatte dunque al pascolo, ma che immagazzinano CO2 molto meno in fretta delle foreste.
I ricercatori spiegano che è un po’ come se il cambiamento climatico costringesse i climi più caldi a confluire verso le zone più fredde, rendendo ovunque più caldo con il passare del tempo. Pensate che entro la fine di questo secolo, una foresta che si trovi in Alberta, in Canada, dovrà spostarsi di almeno 160 chilometri più a Nord per continuare a godere del clima ottimale per la sua sopravvivenza. Le foreste non si adattano in fretta ai cambiamenti climatici e lo stress provocato dalla perdita di habitat porterà al rilascio di carbonio e ad una migrazione di massa che lascerà ampio spazio alle praterie a discapito delle aree boschive.
Inoltre le piante saranno più deboli e vulnerabili all’attacco di insetti, alla siccità ed ancora più esposte agli incendi a causa dell’aumento delle temperature. I ricercatori spiegano che molti modelli sottovalutano questo insieme di fattori e sono dunque troppo ottimistici nel decretare che con un clima più caldo ci saranno più foreste ovunque, anche nelle aree fredde. Come abbiamo visto, le cose potrebbero andare ben diversamente. Online c’è un interessante strumento, il Climate Analog Tracker, utile a monitorare l’evoluzione climatica probabile nei prossimi decenni nelle varie aree del Pianeta e l’impatto sugli ecosistemi forestali.
Fonti: New Study: As Climate Changes, Boreal Forests to Shift North and Relinquish More Carbon Than Expected– DOE/Lawrence Berkeley National Laboratory; Boreal carbon loss due to poleward shift in low-carbon ecosystems – Nature Geoscience
Foto: © Thinkstock
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