Prodi Presidente della Repubblica, lo scatto d’orgoglio del PD

di Onofrio Marco Mancini
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Due giorni di polemiche ed il cambio di rotta è arrivato. La fotografia di ieri con Bersani che abbraccia Alfano è stato il momento più basso della storia del Partito Democratico, non tanto per il gesto, ma perché arrivava dopo l’accordo PD-PDL su Franco Marini presidente della Repubblica. Il nome, che piaceva a Berlusconi, non andava giù a mezzo partito e agli alleati, e così nelle prime due votazioni non ha raggiunto il quorum.

Tantissime le polemiche soprattutto da parte della gente comune che fuori dal Parlamento e dal teatro dove era riunito il partito chiedeva a gran voce di votare Rodotà (candidato del Movimento 5 Stelle) per non fare un favore ai diretti avversari. E così, dopo una notte probabilmente insonne ed una giornata persino peggiore, ieri sera si è trovato l’accordo su un nome che piace a tutti: Romano Prodi.

Il professore, ex Presidente del Consiglio, è la figura a cui il PD si è sempre aggrappato nei momenti difficili, ed è anche stato l’unico a riuscire a battere sempre Berlusconi. D’altra parte il leader del Popolo delle Libertà aveva dichiarato che non avrebbe mai votato Prodi e che, se fosse stato eletto Presidente della Repubblica, se ne sarebbe andato dall’Italia. Chissà che non sia stata questa promessa a far decidere Bersani a candidarlo. Fatto sta che ieri, appena fatto il nome di Prodi, c’è stata un’ovazione ed il partito si è nuovamente compattato, con i renziani ribelli che hanno accettato di votarlo.

Cosa succede adesso? Oggi è prevista la terza votazione, l’ultima con il quorum dei due terzi. Il PD (stavolta compatto) voterà Prodi, Sinistra Ecologia e Libertà pure, il PDL voterà ancora Franco Marini o al massimo Sergio Mattarella mentre Lista Civica riproporrà l’ex Ministro Cancellieri. Il Movimento 5 Stelle per adesso rimane fermo sul nome di Rodotà perché è quello che è uscito dalle Quirinarie, ma la capogruppo alla Camera Lombardi ha aperto al professore.

Nel pomeriggio invece ci sarà la quarta votazione, visto che certamente la terza non porterà a nulla, e questa sarà a maggioranza semplice. A questo punto Rodotà potrebbe ritirarsi (la candidatura di Prodi piace anche a lui), facendo convergere i voti di PD, SEL e M5S sul nome del professore che diventerebbe il nuovo Presidente della Repubblica. Se Rodotà non si ritirasse alla quarta votazione sarebbe votato ancora dal movimento dei grillini, e solo in caso di ennesimo nulla di fatto, alla quinta tutti convergerebbero sul nome di Romano Prodi.

Foto: Prodi su Facebook

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