I videogiochi oggi sono diventati parte della vita quotidiana di molti di noi ed ognuno ha il suo preferito per cui è disposto a spendere anche 60 euro. È questo il prezzo che hanno quasi tutti i videogiochi appena usciti (59,90 euro nella maggior parte dei casi), e così da anni c’è una forte protesta da parte di molti consumatori che li chiedono meno costosi o che si rivolgono ai rivenditori di giochi usati che delle volte li vendono alla metà del prezzo, anche se 2-3 mesi dopo l’uscita. Ma perché i videogiochi costano così tanto?
A rispondere a questa domanda ci pensa Steve Perlman, il fondatore della piattaforma OnLive che permette di giocare in streaming. Facendo un calcolo generico basato sul prezzo di 60 euro (anche se può variare da caso a caso), Perlman rivela che 15 euro vanno al rivenditore (il che si spiega perché a volte costano un po’ meno e a volte un po’ di più), 7 euro sono destinati alla licenza da pagare alle aziende produttrici (ovvero Sony, Microsoft o Nintendo), 4 euro è il costo fisico della produzione (ovvero la registrazione sul supporto ottico e la distribuzione), ed infine 27 euro vanno a coprire i costi di marketing e le spese di sviluppo, in pratica si pagano i programmatori, grafici e tutti quelli che realizzano il gioco. Alla fine da questo calcolo si deduce che il ritorno, ovvero il guadagno per l’editore, si attesta in appena 7 euro per ogni pezzo.
Quando vediamo scendere i prezzi è molto spesso perché di lì a poco stanno per uscire i DLC che nel 99% dei casi sono distribuiti online e quindi rappresentano un introito quasi netto per l’editore dato che non ha costi di distribuzione, non c’è il guadagno del rivenditore ed il marketing è davvero minimo. Dunque non c’è speranza di vedere ridotti i prezzi dei videogiochi?
A quanto pare una c’è, ed è la distribuzione in digitale. Questa ha preso sempre più piede negli ultimi anni tanto da far supporre a qualcuno che le console di prossima generazione non avranno nemmeno il supporto ottico. Ora sappiamo che l’avranno, ma che continueranno questa transizione sempre più verso la distribuzione online in modo da farci risparmiare come minimo quei 15 euro che vanno al retailer e qualcos’altro per la distribuzione. Scendere sotto i 35-40 euro però sarà difficile, anche se rispetto ad oggi sarebbe un passo da gigante.
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