Un successo meritato quello riscosso dal vino biologico negli ultimi anni. In Italia sono oltre 50 mila gli ettari occupati da vigneti coltivati con metodi bio, centinaia le cantine che producono un vino buono per l’ambiente e per i consumatori. Se ne è parlato oggi al Vinitaly di Verona, nell’ambito di una tavola rotonda organizzata dall’AIAB, l’Associazione Italiana dell’Agricoltura Biologica.
I dati presentati nel corso del convegno annoverano l’Italia tra i Paesi più attivi nella produzione enologica bio, insieme alla Francia e alla Spagna. Dal 2000 in questi tre Paesi le superfici occupate da vigneti bio hanno conosciuto una crescita costante.
Tale evoluzione, scrive l’AIAB, è solo in minima parte legata ai pagamenti agroambientali (PSR) ed infatti non si evidenziano riduzioni di rilievo negli anni di fine programmazione. Ciò significa che la scelta del metodo biologico da parte dei produttori vitivinicoli, in questo decennio precedente, è stata motivata da ragioni tecniche, di coscienza ambientale ed anche di mercato, pur nella poco chiara situazione normativa che si viveva nel comparto, e di conseguenza con maggiori difficoltà di comunicazione verso i consumatori.
Nello specifico l’Italia è seconda in Europa con i suoi 52.812 ettari di superficie coltivata. Le regioni più fertile sul fronte della produzione di uve bio sono la Sicilia, con un’estensione di vigneti convertiti al biologico pari a 15.577 ettari, la Puglia, con oltre 8.004 ettari e la Toscana, che vanta 5.036 ettari.
Come ha sottolineato la vicepresidente dell’AIAB, Cristina Micheloni, bisogna però prestare molta attenzione a chi cavalca l’onda del successo del vino biologico, traendo in inganno il consumatore con diciture simili, quali vino etico, vino naturale, vino vero, vino puro. Come spiega la stessa Micheloni:
Alla “babele” anche linguistica del sistema partecipa tutto un sistema commerciale che, invece di riportare ciò che regole scritte sanciscono, si lasciano affascinare dagli aggettivi di cui sopra.
Il settore vitivinicolo italiano è all’avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, non soltanto in relazione ai metodi produttivi rispettosi degli ecosistemi. A Vinitaly sono presenti diverse realtà vitivinicole che hanno investito nel miglioramento dell’efficienza energetica di cantine e stabilimenti, grazie ad impianti solari e geotermici. Tanti produttori si impegnano inoltre nel riciclo dei tappi di sughero e forniscono biomasse ai Comuni.
Fonte: AIAB
Foto: Social Media Sass su Flickr
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