Non riesco a rimanere incinta

di Redazione
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fecondazione assistita
Couple in consultation at IVF clinic talking to physician

Avere un figlio è spesso il sogno di una vita; altre volte invece un desiderio che arriva da adulti. In entrambi i casi, quando non si riesce a rimanere incinta il senso di frustrazione è grandissimo. In queste circostanze così delicate non bisogna avvilirsi, ma reagire prendendo in mano la situazione per affrontarla nella maniera più adeguata. C’è sempre qualcosa da fare e qualcuno cui chiedere aiuto.

Prima di tutto è importante capire la causa di una mancata gravidanza, visto che ce ne possono essere varie. Vediamo quali sono.

La gravidanza non arriva: quali sono i motivi?

Il motivo più comune di una mancata gravidanza è una ovulazione irregolare, che si attua dopo circa due settimane dall’inizio del ciclo. La sopravvivenza dell’ovulo nell’utero è di al massimo 2 giorni. Ecco perché è fondamentale conoscere il momento ovulatorio e scegliere il momento più appropriato per avere un rapporto con il partner, considerando che è proprio in queste 48 ore che lo spermatozoo può fecondare l’ovulo.

Un’altra causa della mancata gravidanza può essere un’infezione ginecologica; alcune più gravi possono andare a danneggiare le tube di Falloppio.

Poi potrebbe esserci il problema delle ovaie che non funzionano per via di un’insufficienza ormonale, oppure a causa della formazione di cisti alle ovaie.

Infine può essere l’utero a non funzionare come dovrebbe, non permettendo all’embrione di potersi sviluppare.

Trovata la causa, cosa si potrebbe fare per risolvere questo dilemma?

La fecondazione assistita

Le tecniche di fecondazione assistita potrebbero aprire un vero e proprio spiraglio nel buio che avvolge una donna che vuole avere un figlio, ma ha difficoltà a rimanere incinta.

Esattamente si tratta di un metodo artificiale di fecondazione che è da supporto per quelle coppie che vogliono avere un figlio ma non ci riescono. In sintesi, il seme viene deposto nella cavità uterina dal medico, invece che arrivarvi in modo naturale.

Tra le tecniche che vi rientrano troviamo l’inseminazione artificiale con donatore. Ma precisamente di cosa si tratta? Per l’inseminazione artificiale con donatore è necessario fare ricorso alla banca dati del seme; lo si fa quando non c’è la possibilità di poter ottenere gli spermatozoi mobili o anche quando non si ha un partner.

Questo procedimento è consigliato soprattutto ai più giovani, perché diminuisce le probabilità di gestazioni multiple, elevate con la fecondazione assistita, e poiché si può realizzare mediante un ciclo spontaneo.

La percentuale collegata al tasso di gravidanza di questo trattamento può variare tra il 20% e il 30% di riuscita per ogni ciclo eseguito.

Fecondazione in vitro

Un’alternativa è ricorrere alla fecondazione in vitro. In questo caso la fecondazione avviene esternamente alla donna, in vitro appunto; si effettua un prelievo di ovociti per via vaginale, poi questi vengono fecondati in laboratorio, adoperando gli spermatozoi del compagno oppure di un donatore che resta nell’anonimato. Poi l’embrione – o gli embrioni – è impiantato nell’utero materno.

Se la donna non ha ovuli adatti alla fecondazione si potrà procedere usando gli ovociti che provengono da una donatrice esterna alla coppia.

Con ogni fecondazione si ottengono da 1 a 3 embrioni, che poi possono venire trasferiti tutti insieme all’interno dell’utero della donna, sede naturale per l’inizio dello sviluppo.

Questo metodo si utilizza solitamente quando è presente un’ostruzione a livello delle tube, oppure in caso di una mancanza congenita delle tube. Dei 3 embrioni, almeno uno di questi dovrebbe avere successo nell’impiantarsi, per ottenere così la gravidanza tanto ambita.

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