
Il 19 giugno 2020 è un giorno che passerà alla storia, in ambito videoludico. In quella data, infatti, Naughty Dog ha ufficialmente rilasciato l’attesissimo sequel del pluripremiato The Last of Us, un videogioco che è entra di diritto tra migliori titoli di questa generazione. I motivi sono molti e a breve andremo ad analizzarli tutti, ma prima di cominciare questa recensione è bene fare una premessa: The Last of Us Parte II, al di là di quelli che possono essere i gusti personali, è uno straordinario “videogioco”. Non una storia interattiva, messaggio che in molti hanno cercato di far passare già ai tempi del primo capitolo e che non potrebbe essere più sbagliato, ma un’opera tra le migliori mai create da un punto di vista prettamente ludico.
Narrativa
Nonostante la premessa, il nucleo di The Last of Us Parte II è la narrazione, proprio come per il suo predecessore. Una narrazione che però si è evoluta ed è diventata molto più matura. Innanzitutto nelle tematiche, decisamente più adulte e in grado di lasciare un segno indelebile nell’animo del giocatore, se abbastanza adulto da comprendere certe dinamiche della vita. Come annunciato nei vari trailer pre-lancio The Last of Us Parte II è, all’apparenza, una storia di vendetta. Ellie è la protagonista principale del gioco e parte per un viaggio spinta da un desiderio di “giustizia” che si trasformerà in qualcosa di ben più profondo. Il tutto con un cast di personaggi la cui scrittura è semplicemente impressionante. L’umanità con cui vengono presentati i protagonisti del capolavoro di Neil Druckmann è sbalorditiva e non ha alcun precedente nel medium. Ma The Last of Us Parte II si allontana dal suo passato anche nel modo di narrarsi. Si prende tutto il tempo necessario per farsi assaporare dal giocatore, con scene che potrebbero sembrare inutilmente lunghe ma che nascondo una potenza narrativa straordinaria, il cui culmine è uno dei finali migliori della storia dei videogiochi. E dopo la parte conclusiva del primo capitolo l’impresa era fuorché semplice.
Comparto tecnico
“Il punto più alto toccato in questa generazione”. Basterebbe questa frase per definire il comparto tecnico del secondo The Last of Us. La grafica, le espressioni facciali e le animazioni sono semplicemente un miracolo produttivo, e il comparto sonoro supera i limiti attuali dell’hardware sembrando a tutti gli effetti in 3D. La cosa forse più sconvolgente è però la quantità di asset unici utilizzati all’interno del videogioco. Nelle 30 ore necessarie per completare l’avventura di Ellie ci imbattiamo in edifici e luoghi mai uguali tra loro che donano al titolo una varietà senza precedenti e non danno mai la sensazione di “già visto”. Il tutto condito da un livello di texturing che non ha pari in questa generazione.

Gameplay
Avevamo già accennato a come The Last of Us Parte II fosse innanzitutto uno straordinario “videogioco” e non solo una meravigliosa storia. Il merito è di un gameplay che rifinisce al massimo la struttura ludica del primo capitolo. Ogni scontro offre possibilità e approcci pressoché infiniti. Ellie può strisciare per terra, usare silenziatori, combattere agilmente corpo e corpo e scappare via in maniera del tutto fluida (a differenza del primo capitolo). Il level design è talmente vario da offrire sempre qualcosa di diverso e proprio per questo The Last of Us Parte II si presta a essere rigiocato più e più volte, anche a difficoltà superiori, magari andando a caccia di trofei.
Un successo su tutta la linea
I recenti record di vendita non fanno che confermare la straordinarietà del progetto di Druckmann e del suo team. Oltre a quanto già detto, The Last of Us Parte II ha l’enorme merito di essersi imposto prepotentemente in un mercato dominato dai videogiochi multiplayer. Che si tratti di titoli per console e pc, mobile o, ad esempio, dei tanti giochi da casinò disponibili online, è innegabile come negli ultimi anni il multiplayer abbia sbaragliato la concorrenza. Nonostante questo, il capolavoro di Naughty Dog ha frantumato record dopo record, pur senza offrire alcuna funzionalità online. Un’ulteriore prova, in caso ce ne fosse bisogno, della sua grandezza.
Verdetto
The Last of Us Parte II è un’esperienza segnante. Grazie a una narrazione matura e profonda, un comparto tecnico straordinario e un gameplay sempre vario e divertente l’ultima perla della software house statunitense si candida a conquistare lo scettro di gioco della generazione. Un titolo che difficilmente verrà dimenticato.