Final Fantasy VII Remake demo: recensione

di Onofrio Marco Mancini
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La demo di Final Fantasy VII Remake è finalmente disponibile per tutti sul PS Store della PlayStation 4. Memori dell’ultima esperienza, quando il file fu reso disponibile soltanto per poche ore, consigliamo a tutti gli appassionati di non lasciarsi sfuggire l’occasione di provare in anteprima questo attesissimo videogioco. Manca appena un mese all’uscita sul mercato del titolo di Square Enix, ma finalmente adesso possiamo fare un po’ di chiarezza sul prodotto che ci attende. Di seguito la nostra recensione della demo di Final Fantasy VII Remake.

Si ritorna a Midgar

La mitica scena iniziale, vista la prima volta nel 1997, è un colpo al cuore per i milioni di videogamer che hanno giocato alla versione originale. Una bellissima Aerith apre la cutscene con i suoi iconici fiori. Lo sguardo della telecamera ci mostra una Midgar molto più dettagliata di prima, con tanto di insegne luminose e passanti ben caratterizzati. Fino ad arrivare al mitico treno a vapore che entra in stazione e dà il via alla nostra avventura. Dite la verità: a quanti di voi è scappata (o stava per scappare) la lacrimuccia?

La colonna sonora è quella originale, la grafica ovviamente no. Quei personaggini pixelati senza naso e bocca, quegli improbabili capelli a punta di Cloud e tanto altro sono stati spazzati via da un motore grafico che sembra venuto da un altro pianeta, se confrontato con quello della prima PlayStation. Sin dai primi istanti possiamo comprendere quali saranno le novità del gioco. Anzitutto il doppiaggio, ovviamente in inglese, con sottotitoli in italiano. Poi una maggiore caratterizzazione dei personaggi. I vari Biggs, Wedge e soci, che in FF7 erano solo comparse, hanno certamente maggiore spazio. Per non parlare di Barret, più figo che mai!

È subito battaglia col nuovo combat system

Dopo i primi secondi si entra subito in clima battaglia, e cominciano i primi nasi storti. Sì perché Square Enix aveva promesso due tipologie di combat system, ma almeno stando alla demo, ne abbiamo vista di fatto una sola più una variante della stessa. Sin dall’inizio il gioco fa scegliere tra sistema “Classico” e quello “Standard”. Modalità modificabili a gioco in corso. In realtà tra i due c’è differenza quasi nulla.

Speravamo nella possibilità di giocare ancora a turni, e invece la casa nipponica è stata chiara dall’inizio: non sarà possibile. In entrambi i casi il combattimento è dinamico, manovriamo Cloud sul campo di battaglia, prendendo a spadate i nostri nemici con la pressione costante del tasto Quadrato. Possiamo anche parare i colpi con R1 oppure schivarli col Cerchio. Niente squadre schierate dunque, ma un combat system certamente più moderno. C’è la barra ATB che, una volta riempita, dà la possibilità di scegliere tra un attacco speciale, una magia o l’utilizzo di pozioni o altri oggetti. Per fortuna, almeno schiacciando la X per scegliere quale azione intraprendere, il gioco entra in una sorta di pausa (che non è proprio una pausa, ma un rallenty).

Dove sono le differenze, vi starete chiedendo? Le poche differenze stanno nella gestione dei compagni. Nella modalità Classica potremo gestire solo Cloud sul campo di battaglia, decidendo però quali magie o mosse speciali far usare ai compagni. Nella modalità Standard invece, pur mantenendo le stesse possibilità di azione, potremo in più spostare il cursore da Cloud ad un altro giocatore, e muovere lui in battaglia. Differenze davvero inconsistenti.

Una missione, due boss fight

La durata della demo è davvero limitata. In tutto la nostra partita è durata meno di 45 minuti. In questo lasso di tempo entriamo a Midgar, ci infiltriamo in uno dei reattori Mako, posizioniamo la bomba e scappiamo via. In mezzo a tutto ciò tantissime mini battaglie accompagnate dal tutorial e anche due boss fight. In realtà non sono per nulla difficili, servono semplicemente per permetterci di capire le dinamiche leggermente differenti rispetto ai combattimenti normali. Se normalmente la difesa praticamente non esiste, basta scaricare tutta la propria rabbia sugli avversari, contro i boss dovremo seguire un minimo di strategia. Bisogna infatti scegliere gli attacchi giusti (quelli sbagliati toglieranno solo 1 HP), ripararci dietro gli ostacoli quando sono in corso gli attacchi più potenti e approfittare dei punti deboli per avere la meglio.

In definitiva si può dire che, se dal punto di vista emozionale Final Fantasy VII Remake sta confermando le aspettative, non si può dire lo stesso di altri aspetti. Come abbiamo visto in precedenza, anche se ci sono due combat system differenti, in realtà sono uno la variante (minima) dell’altro. Non ci è piaciuta nemmeno la localizzazione in italiano. In molti casi la traduzione non solo non era letterale rispetto al parlato, ma era del tutto inventata. Magari un po’ più di fedeltà avrebbe aumentato la credibilità di un prodotto che comunque resta ancora il più atteso dell’anno. Non vediamo l’ora di poter giocare alla versione definitiva, e lo stesso crediamo di voi lettori. Fateci sapere cosa ne pensate di questa demo di Final Fantasy VII Remake nei commenti sotto.

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