WWE 2K20, recensione: più Divas ma meno qualità

di Onofrio Marco Mancini
0 commenti
WWE 2K20

Per tanti anni abbiamo elogiato 2K per la sua tendenza a non “adagiarsi sugli allori”. Nonostante abbia in esclusiva i diritti su alcuni grandi marchi, come quello della NBA e della WWE, ogni anno riusciva a tirare fuori il meglio dai suoi sviluppatori e fornire un prodotto sempre migliore. Purtroppo con WWE 2K20 siamo costretti a smentirci. Sarà colpa della tecnologia che ormai è arrivata al limite dell’attuale generazione di console, oppure la “cessione” del progetto ad un team di sviluppo secondario rispetto a quello degli altri anni, ma fatto sta che il prodotto di quest’anno ha creato più di un grattacapo al franchise. Non a caso sin dai primi giorni successivi all’uscita del titolo sui social si è parlato di WWE 2K20 solo attraverso l’hashtag #fixWWE2K20. Ma ci arriveremo più avanti. Andiamo ad analizzare il titolo di quest’anno sul wrestling.

WWE 2K20: più spazio alle donne

Il primo aspetto innovativo che salta all’occhio (forse l’unico) riguarda il maggior spazio dato alle Divas. Sia per quanto riguarda le modalità di gioco che quella ormai classica “Il mio giocatore”, c’è molto più “rosa” in uno sport quasi prettamente maschile. La modalità che più interessa agli utenti, quella che riguarda la storia con il giocatore personalizzato, quest’anno racchiude in realtà due storie: quella del wrestler uomo e quella della wrestler donna. I due, chiamati Tre e Red, sono compagni di classe sin dal liceo. Li accomuna il sogno di diventare stelle della WWE. A differenza degli altri anni però, in questa trama scopriamo sin da subito che ce l’hanno fatta, tant’è che il racconto parte dalla loro premiazione nella Hall of Fame. Il resto si svolge tutto in un grande flashback nel quale i due ripercorrono le rispettive carriere, che si intrecciano continuamente, per vedere come hanno fatto ad arrivare così in alto.

Il sistema è pressoché uguale a quello degli altri anni, ovvero la creazione di due personaggi a scelta (con un editor non molto completo), la possibilità di personalizzare entrata, vittoria e altre movenze simili, l’albero delle abilità leggermente più approfondito rispetto agli scorsi anni; un menu con opzioni, SMS e altre attività identiche a quelle delle precedenti annate. La storia si differenzia molto da quelle precedenti. C’è meno tensione, meno adrenalina, ma molta più ironia. Non mancano infatti le scenette divertenti, non sempre a dire il vero azzeccate con il testosteronico mondo del wrestling.

Le altre modalità di gioco

Showcase

Questa è la vera novità di questa edizione di WWE 2K20. Ricalcando un po’ la modalità che l’anno scorso vedeva protagonista Daniel Bryan, anche quest’anno ci saranno ben 4 wrestler che racconteranno la propria scalata verso il successo. Si tratta di Charlotte, Sasha Banks, Becky Lynch e Bayley, dette le 4 Horsewomen, le quali ci racconteranno i loro trascorsi (con ben 28 minuti di racconto) intervallati dalla possibilità di rivivere i loro match in virtuale. Modalità molto spettacolare ma in alcuni tratti noiosa al limite del fastidioso dato che ci obbliga ad effettuare determinate azioni senza le quali non si può procedere col gioco.

Torri

Modalità ormai immancabile, stavolta è suddivisa in più mini-modalità. C’è quella che ci mette nei panni di Roman Reigns che deve affrontare 16 incontri diversi con tanto di video introduttivi; Leggende (in cui manovrare i grandi campioni del passato); Women’s Revolution (con protagoniste le Divas); e 2K Central che sarebbe la modalità “tradizionale” delle torri.

Road to Glory

È la modalità online che ci permette di confrontarci con altri utenti di tutto il mondo, manovrando il nostro giocatore personalizzato. Inoltre è stata introdotta anche la modalità “Match in evidenza” per disputare il match di serata (reale) giocandolo comodamente dal nostro divano.

Tecnicamente: uno scivolone da squalifica

Uno degli elementi che rendevano il franchise tra i top al mondo stavolta si è dimostrato il suo tallone d’Achille. Di fatto la parte peggiore di WWE 2K20 è la combinazione grafica/sonoro. Capita infatti non di rado di vedere elementi grafici sovrapposti, inesistenti o del tutto fuori luogo. Per esempio capelli che si alzano e si mettono sull’attenti come serpenti; volti senza alcuni elementi o con occhi, naso e bocca sovrapposti. Senza parlare di alcuni movimenti inspiegabili come personaggi che iniziano a roteare vorticosamente sul ring, mosse effettuate su un avversario invisibile e altri bug simili (per avere un’idea e farsi due risate basta fare una rapida ricerca sui social).

Anche il sonoro non è da meno. Nonostante il pubblico sia ben disegnato e il tifo molto simile alla realtà, capita non di rado che sull’arena cada un silenzio irreale. Ogni tanto, in seguito a qualche mossa, si solleva qualche “ooohh” da parte di un pubblico che torna poi ad ammutolirsi un secondo dopo. È evidente che si tratti di un bug che potrebbe essere risolto con una patch successiva, ma intanto quando viene a mancare l’elemento sonoro il gioco perde tantissimo del suo appeal.

Conclusioni

Le premesse di WWE 2K20 non erano male. Una storia più approfondita grazie alla presenza di 2 giocatori personalizzabili; la trama legata alle quattro Horsewomen e le tante modalità di gioco facevano ben sperare gli utenti, anche quelli di vecchia data, che avrebbero potuto trovare molte novità in questa edizione. Peccato che i tanti (troppi) bug facciano passare il gioco da elettrizzante a ridicolo, e a volte passa persino la voglia di giocare, come quando si è obbligati a fare una determinata mossa per andare avanti, e nonostante tale mossa venga fatta, il gioco non la calcola. Resta infatti uno dei difetti maggiori dell’intera saga, ovvero l’obbligo di compiere determinate azioni per proseguire nella storia. Inoltre è ancora impossibile cambiare la difficoltà del match nella modalità storia, se non tra un match e l’altro. Questi difetti, uniti a quelli tecnici, fanno perdere tantissimi punti nella valutazione finale.

A nostro parere 2K avrebbe potuto anche aspettare qualche altro mese se si fosse resa conto di non essere pronta ad uscire sul mercato. Anche saltare un’annata non sarebbe una cattiva idea, specialmente in questa fase di saturazione della actual-gen. Ma a causa degli accordi con il marchio WWE ciò non è possibile, e così i fans del wrestling saranno costretti a “subire” un titolo non all’altezza. Non resta che sperare in una patch risolutiva quanto prima, e magari attendere la nuova generazione di console (e di motori grafici) per giocare ad un titolo davvero innovativo.

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento