NBA 2K20, recensione: la novità è nelle scelte!

di Onofrio Marco Mancini
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NBA 2K20

L’appuntamento con il parquet a stelle e strisce arriva puntuale anche quest’anno. È suonata la sirena: è arrivato NBA 2K20. Il videogioco ufficiale del basket americano sbarca sulle nostre console e pc in una veste quasi identica a quella dello scorso anno. Ma non per questo meno divertente. Una nuova storia sarà disponibile per accompagnare il nostro rookie nel percorso dal college all’All Stars Game, e accanto ad essa non mancheranno tantissime competizioni. Senza dimenticare l’enorme sezione online. Il coach ci chiama in campo, andiamo dunque ad analizzare le novità e i contenuti di NBA 2K20.

La mia carriera, il contenuto con più novità di NBA 2K20

Come ha dimostrato un recente sondaggio effettuato proprio da 2K, l’81% dei giocatori prova per prima questa modalità di gioco. E così anche noi partiamo ad analizzare il gioco da My Career. Quest’anno vestiamo i panni di “Che”, personaggio all’ultimo anno del college, capitano della squadra di basket che sembra avere già un destino segnato nella NBA. Sembra filare tutto liscio fino a quando un evento non manda all’aria tutti i piani, e così il nostro Che dovrà fare i conti con la dura realtà. Starà a noi fargli guadagnare pian piano i galloni del giocatore da NBA. La storia è suddivisa in due parti, la prima “When the lights are brightest”, che termina dopo poche ore con l’esordio nella NBA; la seconda parte invece è una modalità carriera “tradizionale” nella quale però non mancano filmati e guest stars.

Come anticipato nel titolo sopra, questa è la modalità che contiene il maggior numero di novità rispetto allo scorso anno. Il sistema di progressione del giocatore è migliorato tantissimo. Partendo da una base (ovviamente scarsa) con un punteggio di soli 60 punti complessivi, cominciamo ad assegnare i vari punteggi non “manualmente”, ma in base al nostro stile di gioco. Il sistema non chiederà di aggiungere i punti a disposizione nelle voci delle varie abilità, ma ci porrà di fronte a diverse opzioni sullo stile di gioco, e in base alle nostre scelte assegnerà automaticamente i punti. Un modo intelligente per accelerare una fase che può risultare piuttosto noiosa. Una volta settati i punteggi delle abilità iniziali e il tetto massimo raggiungibile nelle varie voci, possiamo iniziare il gioco vero e proprio.

La NBA sbarca ad Hollywood

Sin da subito saltano all’occhio due importanti novità che ci hanno fatto un gran piacere. La prima è il cast stellare del gioco. Oltre ai soliti grandi giocatori della NBA che fanno “comparsate” (da Lebron in giù), spiccano i nomi di due stelle di Hollywood come Idris Elba e Rosario Dawson che ci accompagneranno durante il nostro percorso di crescita. La seconda novità rilevante, il vero “pezzo grosso” della modalità, è la possibilità di scelta.

A differenza degli altri anni, in cui la storia era lineare, stavolta possiamo decidere noi quale “strada” intraprendere. E si tratta di scelte importanti che ci permetteranno di avere benefici di un tipo o di un altro, e di farci vedere filmati differenti. Questa novità è dedicata soprattutto a quei giocatori che preferiscono restare offline. Infatti in precedenza, una volta terminata la storia principale e disputate un po’ di stagioni NBA, c’era poco altro da fare per questi utenti. La consapevolezza di avere una nuova storia da “vivere”, sviluppabile grazie a scelte diverse, ci stimola così a ricominciare la modalità da zero.

Per il resto si ricalca la falsariga della stagione precedente. Confermata la presenza del “Quartiere”, anche se meno centrale rispetto al passato. Ci saranno negozi in cui comprare capi di abbigliamento e accessori, i campetti in cui misurarsi contro altri utenti, la “ruota della fortuna” giornaliera e tanto altro ancora. Il quartiere è rimasto più o meno identico, sono stati aggiunti solo alcuni dettagli, così come è rimasto uguale anche il sistema di allenamento. Unica aggiunta riguarda alcuni esercizi da sostenere in palestra per avere dei miglioramente temporanei.

Il sistema di progressione del giocatore va maggiormente incontro agli utenti che non vogliono comprare VC spendendo ulteriori soldi. Mentre, infatti, fino all’anno scorso lo sviluppo era molto lento, adesso è più rapido. Certo, se voleste giocare sin da subito online con il vostro alter ego, vi converrebbe comprare VC e portare il vostro player subito a 80 o 90. Ma per chi ha pazienza, lo sviluppo del giocatore è possibile in poche settimane anche senza spendere soldi.

Le altre modalità di gioco

La Lega tradizionale

Uno dei punti di forza di NBA 2K20 (e di tutta la serie di 2K in generale) è che ce n’è per tutti i gusti. Per gli amanti del basket “tradizionale” c’è ovviamente la possibilità di giocare alla Lega con i 30 roster ufficiali della NBA. Per chi vuol provare un po’ di varianti, c’è anche la possibilità di aggiungere alle 30 squadre altri team inventati, fino ad un massimo di 8. Si può inoltre avviare sia la stagione normale che quella off-season in cui il coefficiente di difficoltà aumenta a causa del draft da gestire. In alternativa potreste anche creare una nuova Lega da zero, con le squadre che volete e magari organizzare tornei con gli amici.

Il mio GM

Non manca un’altra modalità che è diventata ormai un classico, My GM, in cui prendiamo il controllo di un General Manager alle prime armi, intento a farsi largo nel dorato mondo della NBA. Questa modalità non è un semplice gestionale, ma accompagna l’utente in una storia piena di eventi che vi farà sentire direttamente coinvolti e da cui sarà molto difficile staccarsi. Le opzioni da valutare sono tantissime, da far invidia ai migliori gestionali sportivi in circolazione.

My Team

La modalità My Team si evolve. Da quest’anno si chiama La Mia Squadra Unlimited e prevede una serie di azioni molto più ampia rispetto al passato. Per chi non dovesse conoscerla, questa modalità (simile al Fifa Ultimate Team) permette di costruire la squadra dei tuoi sogni attraverso l’estrazione o l’acquisto di pacchetti di carte (simili alle figurine). Le carte possono rappresentare giocatori di ogni tempo (sarebbe bello vedere giocare nella stessa squadra Michael Jordan con Shaquille O’Neal e Lebron James), schemi, coach, contratti, palloni, booster e tanto altro. Le cards si ottengono procedendo col gioco, partecipando e vincendo partite e tornei. È previsto anche un torneo di livello mondiale, con un montepremi da 250 mila dollari (veri) e un biglietto per l’All-Star Game. Questa è però la modalità più criticata in quanto spinge l’utente a comprare crediti virtuali con soldi reali. Insomma, le classiche (e odiate) microtransazioni.

Basket femminile, online e strada

Ma le modalità di gioco non sono finite qui! Un’altra delle novità di NBA 2K20 è la WNBA, cioè il campionato di basket femminile, compreso del roster ufficiale completo. Sono anni che se ne parla e finalmente questa modalità è disponibile! Se vi sentite abbastanza bravi da giocare online è disponibile anche La mia Lega Online per mettervi a confronto con giocatori di tutto il mondo o con i vostri amici comodamente seduti sul divano di casa. Se invece siete dei giocatori “saltuari” e vi piace pensare soltanto al campo, è disponibile la semplice modalità Stagione, in cui si disputa l’intero calendario tradizionale di un solo anno; oppure direttamente la modalità play-offs.

Finito qui? Niente affatto! Dato che ultimamente sta tornando di moda il gioco in strada, NBA 2K20 prevede la modalità Blacktop che ci mette a confronto, in un campetto di periferia, con i migliori giocatori della NBA oppure con i nostri amici. Se invece “vivete” la NBA in presa diretta, c’è la modalità NBA Today che vi consente di disputare sulla vostra piattaforma la partita (o le partite) del giorno che si disputano nella realtà. Infine, per i neofiti, è presente la modalità 2KU. Si tratta di un semplice allenamento per imparare i controlli che vi accompagna dall’introduzione dei fondamentali fino alle giocate più spettacolari.

Gameplay e aspetto tecnico

Quest’anno i tecnici di 2K, a parte qualche piccolo dettaglio, non hanno agito molto sulla qualità delle texture o sulle animazioni che risultano ancora molto simili (per non dire identiche) a quelle dello scorso anno. Più che altro gli sviluppatori si sono impegnati nel garantire una maggiore profondità del titolo, aggiungendo numerose opzioni e personalizzazioni (per esempio fondando la propria squadra, oltre alla città e ai colori sociali è possibile scegliere l’attrezzatura del proprio palazzetto, compresi persino il tavolo dei commentatori o la forma della struttura del canestro).

Molte critiche sono arrivate dal pubblico per il fatto che sembra di giocare ad un NBA 2K19 con le rose aggiornate. Dopotutto migliorare un prodotto già perfetto è praticamente impossibile. L’impressione è che 2K avesse già raggiunto il limite di potenza massimo possibile sull’attuale generazione di console, e pertanto per vedere miglioramenti grafici bisognerà attendere le prossime piattaforme. Già così comunque il livello è il più alto mai raggiunto per un videogioco sportivo, e non si può chiedere di più.

Conclusioni

A costo di ripeterci ogni anno, non possiamo che fare i complimenti agli sviluppatori di NBA 2K20. Nonostante abbiano tra le mani un monopolio (il prodotto della EA, quando esce, non è lontanamente paragonabile a questo) non si adagiano sugli allori ma garantiscono, di anno in anno, un gioco sempre più realistico e vario. L’aumentata profondità delle opzioni di gioco e l’incremento anche della rigiocabilità permettono di superare i limiti tecnici invalicabili.

Se c’era un punto che si poteva migliorare riguardava la quasi obbligatorietà nel comprare VC degli altri anni che quest’anno viene meno (a meno che non vogliate sin da subito un super-giocatore). Personalmente sono bastate appena 4 o 5 ore di gioco per portare il mio player da una valutazione di 60 a 71, e la valutazione è destinata a crescere con la stessa rapidità (se non maggiore) nelle prossime ore grazie alla notorietà del giocatore in ascesa, la quale comporta l’arrivo di sponsor (e quindi altri VC). Va specificato che le microtransazioni disponibili sono aumentate, questo è indubbio, ma rispetto allo scorso anno si sente meno la necessità di effettuarle. In conclusione possiamo affermare che se l’obiettivo fosse quello di superare se stessi e l’edizione dello scorso anno, è stato (ancora una volta) raggiunto.

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