I lavori che spariranno in futuro: non investite nella mobilità

di Onofrio Marco Mancini
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lavori che spariranno in futuro

La tecnologia avanza ormai a passo speditissimo. Quello che prima sembrava fantascienza, e che si realizzava in 50 o 100 anni, adesso può diventare realtà nel giro di pochi anni (se non mesi). Per questo, specialmente se state iniziando un percorso di studi o una carriera lavorativa, è bene sapere quali sono i lavori che spariranno in futuro. Sì perché come oggi si sono estinte o quasi figure come i ciabattini e gli accenditori dei lampioni, tra qualche anno spariranno tantissime altre professionalità. Sostituite quasi tutte dalle macchine. E non parliamo di un futuro molto remoto. Molte delle previsioni parlano già del 2030, o poco oltre. Ecco, secondo i più autorevoli esperti mondiali, quali professioni rischiano di sparire, e nelle quali dunque non vale la pena investire oggi.

I lavori nell’ambito dei trasporti

Il principale settore che, in pochi decenni, rischia di vedere azzerati gli addetti ai lavori è quello dei trasporti. Non parliamo del settore automobilistico (le auto ci saranno ancora per decenni, sempre più avanzate), ma tutti i lavori che vi girano attorno. Per esempio con le auto che si guidano da sole (già oggi presenti negli Stati Uniti) spariranno gli autisti di limousine, taxisti, e saranno a forte rischio anche i guidatori di autobus-navetta e treni. Ma anche l’indotto rischia di sparire: basti pensare a chi gestisce un parcheggio (se il cliente si può far accompagnare da un’auto senza conducente, a che servirà un parcheggio?) o agli assicuratori. Certo, le auto senza conducente necessiteranno sempre di una Rca, ma ci saranno molte meno auto in circolazione e quindi il lavoro per gli assicuratori sarà molto inferiore.

Secondo il blog Frey, specializzato nelle analisi economiche futuristiche, scompariranno 128 professioni nell’ambito dei trasporti. E se alcune professioni non spariranno, saranno fortemente ridotte. Basti pensare alle officine meccaniche locali che avranno sempre meno lavoro (e sempre più automatizzato); o ai vigili urbani, dato che basterà un segnale wi-fi per regolare il traffico. Persino i tribunali civili lavoreranno molto meno visto che verranno meno le multe e altri aspetti legati alla mobilità.

Anche le consegne tra i lavori che spariranno in futuro

Tra i lavoratori a rischio c’è anche una categoria che oggi sembra prevalere: gli addetti alle consegne. Se i negozianti sono in via d’estinzione perché gli ecommerce vedono sempre più un incremento delle vendite; tra qualche decennio lo saranno anche le persone che portano fisicamente il pacco a destinazione. Già adesso Amazon sta testando in diverse città del mondo (anche in Italia) un sistema di consegna con drone. In futuro questa sarà la regola.

E per restare nell’ambito delle consegne, a rischio saranno anche magazzinieri, postini e smistatori. In parte già oggi i loro compiti sono affidati a delle macchine, in futuro è molto probabile che verranno del tutto soppiantati da esse.

Le altre carriere a rischio

Secondo Forbes, a rischio ci sono anche tanti altri lavori tradizionali che non ci sogneremmo mai di vedere sparire. Qualche esempio? Gli operai dell’ambito tessile, i cuochi del fast food, gli edicolanti, gli archivisti, i fiorai, i librai, gli agenti di viaggio, i cassieri, diverse tipologie di operai e persino i contadini.

Ma incredibilmente, sempre secondo lo studio di Forbes, anche figure tecnologicamente avanzate rischiano di sparire come gli addetti al data entry, i tipografi, gli stampatori, gli operatori da remoto. E addirittura anestesisti e chirurghi già oggi operano con il supporto di macchinari. Non è escluso che in un futuro non molto lontano saranno soppiantati definitivamente. Addirittura gli arbitri potrebbero sparire dai campi, sostituiti dalla Var (assistente virtuale) in quasi tutti gli sport in cui si prendono solo valutazioni “oggettive” come il basket, il tennis o il volley.

Se il futuro così altamente tecnologico vi spaventa, non andate nel panico. Per le professioni che scompaiono, ce ne sono tante nuove che nascono. E non parliamo solo di programmatori, ingegneri elettronici o informatici, ma anche di manodopera poco specializzata. In Cina per esempio una fabbrica ha sostituito tutti gli operai con dei macchinari, ma ha dovuto assumere anche 200 addetti alla manutenzione perché comunque i macchinari si rompono.

Foto: Pixabay

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