Dieta della tiroide della nutrizionista Serena Missori: i cibi sì e i cibi no

di Paola Pagliaro
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dieta della tiroide MissoriOggi parliamo di dieta della tiroide. Già, perché l’alimentazione giusta è importante per una tiroide sana. A dirlo è la dottoressa Serena Missori. 

La nutrizionista ed endocrinologa è una delle firme de La dieta della tiroide. L’altro autore è il ricercatore scientifico Alessandro Gelli, specializzato in terapie alimentari. Nel libro i due esperti spiegano cosa mangiare per combattere i disturbi della tiroide.

Come accorgersi che la tiroide funziona male

dieta della tiroide

La copertina del libro La dieta della tiroide

Innanzitutto è importante accorgersi che la tiroide funziona male. Avvertite sintomi come stanchezza e battito del cuore accelerato? Siete sovrappeso? Andate dal medico.

Vi prescriverà un esame del sangue. Scoprirete così se avete un un problema alla tiroide. Potreste soffrire di ipotiroidismo. Questa disfunzione della ghiandola endocrina la rende poco attiva.

Oppure di ipertiroidismo. Questo disturbo è causato da un’attività eccessiva della tiroide. O ancora: avere la tiroide infiammata.

Le persone che soffrono di problemi alla tiroide in Italia sono almeno 6 milioni. Le donne sono le più colpite. La terapia varia da caso a caso. La dieta e la cura farmacologica vanno valutate dal medico curante. O dall’endocrinologo.

I farmaci per la tiroide da soli spesso non bastano a gestire il problema. Per questo la dottoressa Missori e il dottor Gelli consigliano di affidarsi anche a un nutrizionista.

Otterrete così un menù personalizzato che vi aiuterà a migliorare la salute della tiroide con l’alimentazione. Il programma alimentare per poter essere efficace deve essere seguito per almeno un mese.

Dieta della tiroide: la lista dei cibi che fanno bene

Ma quali sono i cibi che fanno bene alla tiroide? Lo spiega nel suo libro La dieta della tiroide la dottoressa Missori. La nutrizionista ha creato un piano alimentare contro l’infiammazione e il malfunzionamento della tiroide. Lo schema include alimenti che contengono i micronutrienti coinvolti nella trasformazione e nella sintesi degli ormoni tiroidei.

Via libera dunque ai cibi che contengono l’aminoacido tirosina, iodio, selenio, zinco, vitamina A e ferro.

Per regolare il metabolismo sono fondamentali la vitamina D e le vitamine del gruppo B.

Per combattere l’infiammazione invece servono grassi sani. La dieta della tiroide include:

  • cereali senza glutine come sorgo, riso, miglio e teff;
  • pseudocereali come il grano saraceno, l’amaranto e la quinoa;
  • tuberi e radici tuberose come i ravanelli, le batate, il sedano rapa e la barbabietola rossa;
  • uova biologiche;
  • carne biologica di manzo, maiale, agnello, pollo e tacchino;
  • affettati senza nitriti, nitrati, lattosio e proteine del latte;
  • pesce fresco o surgelato;
  • spezie ed erbe aromatiche, come origano, rosmarino, timo, salvia e semi di finocchio;
  • frutta biologica come kiwi, fragole, banane, albicocche, pompelmo, pere, pesche e mirtilli;
  • verdure, come spinaci, finocchi, lattuga, asparagi e tutti i tipi di cavolo, purché cotti.

I cibi che fanno male alla tiroide

Nella lista dei cibi che fanno male alla tiroide troviamo la frutta e la verdura che contengono pesticidi e fitofarmaci. Alcuni infatti sono interferenti endrocrini. Queste sostanze sono in grado di modificare il funzionamento della tiroide.

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Non potete acquistare prodotti biologici? Il consiglio dell’esperta è di lavare frutta e verdura con sapone di Marsiglia e bicarbonato di sodio. Così rimuoverete i residui di cere e sostanze chimiche.[/box]

Nella scelta del pesce, occorre evitare il pesce spada. Questa specie infatti contiene quantità più elevate di mercurio rispetto ai pesci più piccoli.

Anche il pangasio e la tilapia fanno male alla tiroide. Si tratta di pesci che vivono in acque molto inquinate. Inoltre non hanno alcun beneficio per la tiroide. Questo perché contengono pochi acidi grassi Omega-3.

Gli alimenti che causano infiammazione e mimetismo molecolare

Tra i cibi no per la tiroide troviamo tutti gli alimenti che favoriscono l’infiammazione:

  • I prodotti che contengono glutine, come pane, pasta, biscotti, crackers, frumento, segale, orzo, kamut, farro, spelta, triticale, monococco. Il glutine va escluso perché secondo diversi studi può causare mimetismo molecolare. Questo processo induce l’organismo a combattere con gli anticorpi anche i propri organi.
  • Latte di origine animale e derivati come burro, formaggi, yogurt, gelati e dolci. Questo perché la caseina, una proteina del latte, come il glutine, è stata associata al mimetismo molecolare.
  • Vegetali della famiglia delle Solanacee come pomodori, melanzane, peperoncino e peperoni. Questi ortaggi contengono infatti saponine, sostanze che alterano l’equilibrio della flora intestinale. Le saponine sono state associate a una malattia autoimmune nota come permeabilità intestinale, che favorisce la produzione di anticorpi che aggrediscono la tiroide. [box type=”info” align=”” class=”” width=””]Avere un intestino sano è importante per il corretto funzionamento della tiroide. Il cattivo assorbimento dei nutrienti, e la maggiore immissione di tossine nel circolo sanguigno, infatti sconvolgono l’equilibrio ormonale tiroideo. [/box]
  • Legumi e altri ingredienti che irritano l’intestino.

Ovviamente tutti questi alimenti non vanno eliminati per sempre dalla dieta. La dieta della tiroide va seguita per 4 settimane. Poi sarà possibile reintrodurre gradualmente alcuni cibi, tra quelli presenti nella lista degli alimenti vietati nel primo mese.

Occhio anche allo stress!

L’alimentazione e i farmaci da soli spesso non bastano a far funzionare di nuovo bene la tiroide. L’esperta invita a controllare anche lo stress. Imparate delle tecniche di meditazione e rilassamento.

Nei periodi stressanti a causa dei troppi impegni lavorativi, sociali e familiari, l’organismo produce infatti più cortisolo. Questo ormone, noto come ormone dello stress, fa ingrassare. Inoltre rende più lenta la tiroide.

Fonte: Starbene

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