Programma elettorale del PD: conferme per Jobs Act e Buona Scuola

di Onofrio Marco Mancini
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Il PD ci riprova. Matteo Renzi ci riprova. Dopo il flop delle ultime elezioni in cui di fatto non ci sono stati vincitori né vinti, il Partito Democratico torna alle urne forte della consapevolezza di essere il primo partito d’Italia. Almeno secondo i sondaggi che lo danno testa a testa con il Movimento 5 Stelle. Il programma elettorale del PD ricalca il piano portato avanti da Renzi prima e da Gentiloni poi negli ultimi tre anni. Dunque votando PD si accetta di fatto di continuare con le riforme Fornero, Buona Scuola, Jobs Act e altre molto contestate. Sul sito ufficiale del partito non c’è un programma elettorale, dunque bisognerà desumerlo dalle dichiarazioni del suo leader.

AGGIORNAMENTO: a un mese esatto dalle elezioni il PD ha pubblicato il suo programma ufficiale, le voci che seguono sono state aggiornate.

Il programma elettorale del PD ricomincia da lavoro

Consapevole che la crisi economica in Italia non sia ancora finita, il PD mette come punto principale della sua campagna elettorale proprio il lavoro. Lo stesso Renzi ha ammesso che il Jobs Act era una riforma che si poteva correggere, e allora ecco alcuni punti che verrebbero rivisti:

  • Riduzione del periodo massimo dei contratti a tempo determinato da 3 a 2 anni;
  • Raddoppio dei mesi dell’indennizzo per licenziamento senza giusta causa da 4 a 8 (da valutare);
  • No al ripristino dell’articolo 18;
  • Sussidio di disoccupazione per i lavoratori autonomi (solo per gli iscritti alle casse professionali);
  • Incremento del salario minimo a 9-10 euro l’ora;
  • Taglio delle tasse sui dipendenti del 4%;
  • Introdurre il salario minimo garantito;
  • Buonuscita anche per i contratti a tempo determinato che non vengono trasformati in indeterminato.

Sempre in tema tasse, per combattere l’evasione fiscale l’intenzione è di vigilare maggiormente sui grandi raggiri, come quelli delle banche, e semplificare le normative fiscali. Se queste misure dovessero portare risultati si potrà abbassare la pressione fiscale del 2%. E perché no, anche abolire il Canone Rai, almeno per i meno abbienti. Tra le proposte anche l’assegno di 80 euro per le partite Iva e il taglio al 22% dell’Ires (oggi al 24%). Sulle pensioni invece ancora non c’è una soluzione definitiva, ma Renzi ha annunciato la “pensione di garanzia per i giovani” che però di concreto ha ancora molto poco.

Per chi perderà il lavoro, Renzi propone una tessera per viaggiare in treno gratuitamente per 6 mesi. Evidentemente potrebbe essere un incentivo a viaggiare per trovare un nuovo impiego.

La Buona Scuola, infine, va migliorata. Per farlo Renzi promette nuovi fondi per i docenti, potenziamento dell’organico per ridurre i precari della scuola e revisione dell’alternanza scuola-lavoro. Strategie simili sono previste anche per l’Università.

Europa e immigrazione

Il PD è uno dei partiti più europeisti d’Italia. Da questo punto di vista auspica una maggiore collaborazione con le istituzioni europee per ridurre le politiche di austerità. L’obiettivo è quello degli Stati Uniti d’Europa, una nazione europea unita dalla politica e non dalla burocrazia. Per quanto riguarda l’immigrazione, conferma dello Ius Soli, non passato con l’ultima votazione del vecchio Parlamento; verrà riproposto con il nuovo. Inoltre verranno migliorate le politiche di accoglienza per quanto riguarda i rifugiati, e al contempo si tenterà di contrastare le azioni degli scafisti per ridurre gli sbarchi. Andrà rivisto il trattato di Dublino per garantire maggior supporto da parte degli altri partner europei sul tema accoglienza.

Il programma elettorale del PD sul sociale

Conferma dell’attuale legge sull’obbligo vaccinale. Da questo punto di vista Renzi non transige, anche perché preferisce dare la parola alla scienza e non “a chi crede alle scie chimiche” come ha chiosato durante un convegno. Citazione anche per le politiche ambientali che si oppongono al “trumpismo”, ma che vanno nella direzione degli accordi di Parigi. Nella pratica le azioni proposte riguardano:

  • incentivo all’economia circolare (locale e autoproduzione);
  • tutela del mare e delle risorse idriche;
  • potenziamento dell’ecobonus;
  • riconversione delle vecchie centrali a carbone;
  • obiettivo emissioni zero entro il 2050;
  • obiettivo produzione energia rinnovabile al 50% entro il 2030.

Per rilanciare le nascite, l’attuale Ministro Martina ha proposto un assegno universale per tutti coloro che avranno figli (naturali o adottati) con un reddito al di sotto dei 100 mila euro. L’entità dell’assegno è la più elevata mai vista prima: 240 euro per i figli a carico fino ai 18 anni e 80 euro fino ai 26. L’importo può essere portato in detrazione fiscale e verrebbe incassato nel caso di rimborsi delle tasse. L’unico limite sarà il reddito familiare: l’assegno è destinato a chi guadagna meno di 100 mila euro l’anno. A questo si aggiungerebbe la carta universale, una tessera che consentirà di coprire i costi di tutta una serie di servizi assistenziali come asili e baby sitter.

In ambito culturale il programma elettorale del PD prevede incentivi alla lotta all’analfabetizzazione e alla dispersione scolastica, sviluppo della banda larga, incremento di servizi culturali gratuiti e conferma dei bonus cultura già avviati nella scorsa legislatura. Il bonus cultura per i 18enni da 500 euro dunque è salvo, ma l’altro lato della medaglia per i neo-maggiorenni sarà l’obbligatorietà di effettuare il servizio civile per un mese.

Previsti investimenti nelle infrastrutture dei trasporti, nella banda larga, nelle attività sportive all’interno della scuola e nella cultura (per ogni euro speso in sicurezza, un euro verrà speso in cultura).

Per approfondire: qui il programma del PD.

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