È Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese. (Charles Bukowski)
Le Fiabe di Natale di Guido Gozzano e Francesca Sanzo ci mostrano uno spirito natalizio illuminato da due luci: una naturale e una artificiale. La prima illumina la generosità; la seconda acceca, ferendo se stessi e gli altri.
Il Natale di Fortunato di Guido Gozzano vede protagonista un contadino povero di beni materiali, ma ricco di fede e speranza. Il pover’uomo scoprirà l’importanza di mantenere fede ai suoi valori. Il poeta piemontese ci trasporta nel tempo fiabesco in cui Gesù scendeva sulla terra travestito da povero per offrire insegnamenti ai fedeli.
Una fiaba raccontata alla maniera di una nonna, che rassicura sul trionfo del bene, ma è anche un monito a non perdere di vista i valori essenziali. Il contadino potrà ribaltare un destino di miseria, a patto di accogliere il sacrificio, l’umiltà e l’altruismo. Sono queste le uniche luci da lasciare sempre accese, per non ritrovarsi spogliati della bontà e dell’umanità, le vere ricchezze.
Nella seconda fiaba, dal titolo Il Natale di Amalia, la scrittrice e copywriter Francesca Sanzo ci trasporta nell’atmosfera natalizia di un grigio condominio. Una donna di mezza età benestante, abituata a primeggiare con le sue illuminazioni, ingaggia una lotta impari contro gli inquilini della scala B. Una famiglia giovane e dalle modeste possibilità economiche. Amalia è convinta che le loro illuminazioni pacchiane e accecanti rovinino le sue decorazioni perfette.
La protagonista fa di tutto per spegnere le luci della famiglia. Una battaglia in cui non troverà alleati. Il marito, gli altri inquilini e l’amministratore del condominio riescono solo a sorridere teneramente, guardando l’albero sbilenco che la manda così tanto in bestia, arredato con palline dozzinali e i disegni dei bambini.
Amalia troverà da sola il modo di ripagare i dirimpettai con la stessa moneta: una luce accecante. Ma il finale le riserverà un’amara sorpresa: troppa luce artificiale può rendere ciechi. E il buio scenderà sul Natale perfetto organizzato dalla protagonista. Questa fiaba invita a non ingaggiare battaglie per oscurare la gioia altrui, pensando di illuminare così la propria misera esistenza. Ma anche a guardare con occhi meno accecati dall’individualismo quello che abbiamo di fronte. Perché è quella famiglia, felice e unita a dispetto della possibilità economiche limitate, a disturbare la vista della protagonista. Non il loro albero.
Lo stile di Francesca Sanzo è fresco e scorrevole. Le beghe di condominio note a tanti, qui raccontate con ironico distacco, strappano più di un sorriso. Così come l’affanno con cui la signora costruisce il Natale perfetto, seguendo una rigida sequenza che va avanti da anni. Nel frattempo intorno a lei gli altri vivono realmente lo spirito natalizio, aiutando chi è in difficoltà.
Ma sarà proprio il colpo di scena inatteso del finale a restituire vivacità alla monotonia del Natale di Amalia, sempre uguale da decine di anni. La rottura di una sterile tradizione diventa lo strumento per adattarsi ai cambiamenti che la donna fatica ad accettare.
E forse, in un’altra fiaba magari, riuscirà a fare proprie quell’essenzialità e quello spirito di accoglienza celebrate dalla poesia Lauda, che precede le due fiabe. Buona lettura!
[box type=”info” align=”aligncenter” class=”” width=””]Fiabe di Natale fa parte della collana di narrativa Ieri e Oggi della Graphe.it Edizioni. Il libro è disponibile in formato cartaceo e in eBook a partire dal 26 novembre sul sito e-commerce della Graphe.it Edizioni.[/box]