I gatti sono animali molto territoriali e gelosi di chiunque oltrepassi la porta di casa. Però alle volte anche a loro non dispiacerebbe un po’ di compagnia. Se gli abitanti umani della casa mancano per tante ore al giorno, il micio può manifestare un po’ di insofferenza. L’errore che compiono molti padroni è di prendere subito un altro gatto per fargli compagnia. Non tutti i gatti accettano l’intruso e gli dichiarano guerra al primo sguardo. Dunque come si fa a capire se un gatto ha bisogno di compagnia? Ecco la risposta degli esperti di Petplace.
I segni che fanno capire quando un gatto ha bisogno di compagnia
Il gatto è appiccicoso: se il micio miagola in continuazione e vi segue ovunque, vuol dire che si sente solo. Secondo il dott. Pam Johnson-Bennett questo è il segnale che ha bisogno di interazioni sociali. Inoltre se dovesse cominciare a comportarsi così, e non si prendono provvedimenti, c’è il rischio che il comportamento sfoci in problemi da separazione.
Cambiamenti nelle abitudini di pulizia: se il gatto improvvisamente appare trasandato e non si lava più, allora c’è qualcosa che non va. Sempre secondo Johnson-Bennett anche il comportamento contrario, cioè si lecca troppo, non va bene. Questo può essere il segnale che il gatto tenta di auto-lenire le proprie sofferenze. Se questo è l’unico segnale però non vuol dire che il gatto ha bisogno di compagnia. Un eccesso di pulizia può anche essere sintomo di qualche condizione medica.
Mangia troppo o troppo poco: il tuo gatto mangia più del solito? Oppure non si avvicina nemmeno alla ciotola e si dimostra disinteressato? La mancanza di stimolo sociale può comportare noia e, di conseguenza depressione. Proprio come accade alle persone, anche il gatto può reagire in due modi: consolarsi col cibo, o non provarne più interesse. Se il cambiamento delle abitudini alimentari è l’unico segnale, consultate il veterinario perché potrebbe esserci qualche altro motivo di salute.
Comportamenti distruttivi: se il gatto comincia a distruggere mobili e oggetti quando non c’è nessuno in casa, può essere segnale di noia e solitudine. Se non c’è niente da fare e nessuno con cui giocare, il gatto troverà un modo per passare il tempo. I gatti sono predatori, sono nati per muoversi, correre e scoprire. Se non fanno nulla di tutto ciò per tanto tempo possono manifestare problemi comportamentali.
Problemi con la lettiera: il cambio delle abitudini con la lettiera può essere segnale di stress o di solitudine. Se il gatto, che fino a ieri faceva i suoi bisogni nella lettiera, comincia a farli ovunque in casa tranne che lì, consultare il veterinario. Le cause possono essere molteplici, e tra esse c’è appunto la mancanza di interazioni sociali.
Cambiamenti nel sonno: se il gatto dorme troppo e non manifesta più interesse nemmeno per il suo padrone, probabilmente è depresso. I cambiamenti nelle abitudini del sonno, da soli, possono essere anche segnale di una condizione medica. Consultate il veterinario se li manifesta.
Poca energia: proprio come gli esseri umani, i comportamenti letargici sono segnale di qualcosa che non va. Può esserci qualche problema medico, oppure è sintomo di depressione. Prendergli una compagnia può essere un buon modo per risolvere il problema, ma non l’unico. Provate anche ad interagire di più col micio e a comprargli dei nuovi giocattoli. Se si rianima vuol dire che non ci sono altri problemi di fondo.
Se il vostro gatto manifesta uno o più disagi di quelli elencati sopra, una buona soluzione può essere prendergli un compagno. Introdurre un secondo gatto in casa non è comunque un’operazione semplice e per questo l’operazione dev’essere graduale. All’inizio il micio può essere scontroso e creare numerosi problemi al nuovo arrivato. Cominciate a farlo ambientare in una stanza soltanto, così che il primo gatto cominci ad essere consapevole della sua presenza. I primi contatti devono avvenire in vostra presenza. Se, una volta che il nuovo gatto si è inserito i problemi elencati sopra non sono risolti, consultate il veterinario perché potrebbero esserci altre cause mediche.
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