I gatti sembrano sempre dei teneri batuffoli da coccolare, ma purtroppo sono anche un concentrato di energia difficile da domare. I mici, quando non dormono e non fanno le fusa, passano la maggior parte del tempo a giocare, e a volte possono farci male. Il graffio del gatto è un’eventualità che qualunque padrone deve prendere in considerazione. Ancor più pericoloso è il graffio del gatto randagio. Sì perché se il micio domestico è vaccinato e vive in un ambiente pulito, non si sa mai se quello randagio ha qualche malattia. Molto importante è dunque sapere come curarsi e come comportarsi in seguito ad un graffio del gatto.
Graffio del gatto: guida alla valutazione
Purtroppo i graffi non si limitano a fare male al momento della ferita. La preoccupazione maggiore deriva dai batteri che possono entrare in seguito al taglio. Il graffio del gatto può sanguinare, infettarsi o trasmetterci una vera e propria malattia. Nella maggior parte dei casi possiamo curarli in casa, ma in altri è meglio correre al pronto soccorso. Come spiega il Dr. Matthew Levy, docente presso la John Hopkins University School of Medicine, subito dopo il graffio del gatto bisogna prendere in considerazione i seguenti fattori:
- Posizione della ferita
- Profondità del graffio
- Situazione del gatto (se è domestico o randagio, e le sue condizioni di salute)
- Situazione medica personale.
Come curare il graffio del gatto
La cura del graffio del gatto varia a seconda dei quattro fattori sopra elencati. Se il graffio è leggero per esempio, basta sciacquare la ferita sotto l’acqua corrente con sapone. Se invece è profondo ed esce sangue, bisogna applicare sulla ferita una garza asciutta e pulita. Se l’emorragia non si ferma, aumentare la pressione sulla ferita e andare dal medico.
Le ferite a mani e piedi hanno maggiori probabilità di infettarsi; un graffio all’occhio invece va curato immediatamente al pronto soccorso. Inoltre bisognerebbe consultare un medico anche se si è debilitati o si ha qualche tipo di malattia immunitaria. Per quanto riguarda i medicinali, possono andar bene le creme antibiotiche da automedicazione, e coprire la ferita con garza sterile. Cambiare periodicamente la medicazione finché la ferita non è guarita. È molto importante anche tenere d’occhio l’evolversi della situazione perché se anziché guarire, la ferita comincia ad arrossarsi, dolere e a produrre pus bisogna rivolgersi subito al medico.
I sintomi di un’eventuale infezione sono febbre, brividi, dolore generalizzato, affaticamento e ghiandole (linfonodi) gonfie. I linfonodi di solito si gonfiano nel giro di una settimana nell’area più vicina al graffio e indicano un’infezione batterica.
Infine se a graffiarvi è un gatto randagio, il consiglio è di disinfettare immediatamente la ferita e poi recarsi dal medico. Inoltre sarebbe il caso di segnalare dove si trova il gatto per fare in modo che le autorità possano catturarlo e visitarlo per verificare se soffre di qualche malattia che potrebbe avervi trasmesso. Lo stesso discorso vale anche per un eventuale morso del gatto. A seconda dei casi il paziente potrebbe essere sottoposto a procedura antirabica, antitetanica o altre ancora.
Ricordiamo che esiste una vera e propria condizione nota come malattia da graffio di gatto che comporta febbre, astenia, convulsioni, dolori in tutto il corpo, nausea, vomito e altri disagi generalizzati. Questa condizione è nota anche come Bartonellosi perché è provocata dal batterio Bartonella che può essere presente nel gatto. Essa può essere provocata anche in modo innocente, quando un gatto lecca le ferite aperte del suo padrone. In questo caso bisogna immediatamente rivolgersi al medico, in alcuni casi è necessario persino il ricovero.