Invocata, temuta, allontanata, subita, la solitudine è uno stato poliedrico che sfugge a una facile interpretazione. La scelta della biologa pavese Ilaria Cerutti, ideatrice del progetto fotografico Solitude, è coraggiosa: un obiettivo che si addentra nei meandri della solitudine rischia di cogliere tutto o niente. Nell’io spogliato di ogni compagnia, nell’anima che ha deposto le armi del confronto è difficile rintracciare un’identità, captare un’emozione netta, un contrasto vivo. Quello della solitudine è un flusso disordinato di pensieri, stati d’animo, desideri che si tramutano in gesti, espressioni, pose cangianti.
Quando è solo lo spirito vaga, si aliena, non si arresta, non si fa cogliere in uno stato definito e definitivo. Occorrono acume, ostinazione e perseveranza anche solo per accettare questa sfida. In questi scatti Ilaria è come un sub che nuota nel flusso della solitudine e immortala le anse irrequiete dell’anima solitaria. Nelle foto si avverte forte la sua presenza, il punto di osservazione privilegiato che è riuscita a ritagliarsi nelle storie dei soggetti immortalati, dando una forma ai silenzi dell’anima senza alterarne l’essenza.
Uno sguardo che non si limita a osservare, lanciandosi in un difficile lavoro di interpretazione: mettere in ordine un bagaglio eterogeneo di solitudini, dalla più ricercata alla più sofferta. Ilaria ci mostra la solitudine inesorabile del declino fisico e mentale, della malattia, dell’emarginazione e delle attese più angoscianti; il silenzio freddo che avviluppa chi si addentra nella notte più buia; lo scenario malinconico che accoglie lo scrutatore di un orizzonte in tumulto; la bianca quiete di una tempesta invernale che avvolge un passante nel suo turbine di fiocchi.
Scatto dopo scatto il fardello della solitudine diventa sempre più leggero, fino a quando il peso di ogni assenza si fa così inconsistente da divenire liberatorio. L’anima che subiva la solitudine delle prime foto non è più forzatamente isolata, è ora uno spirito libero che trova piena forma e corrispondenza solo quando ogni altra voce tace. Le ultime foto sono un inno alla libertà solitaria celebrata da Hermann Hesse ne Il lupo della steppa:
Sì, era possibile vivere senza la musica da camera, anche senza l’amico, ed era ridicolo sfinirsi in un’impotente nostalgia di tepore. La solitudine è indipendenza: l’avevo desiderata e me l’ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri.
[button color=”gray” size=”medium” link=”http://www.ilariac.photography/index.php/projects/9-articles/21-solitude” icon=”” target=”false”] Solitude di Ilaria Cerutti (33 fotografie in bianco e nero )[/button]
[toggle title=”” state=”open”]Inaugurazione mostra: sabato 10 settembre 2016, ore 16:00 Teatro Comunale di Rivanazzano Terme, Pavia. Sede della mostra: Terme di Rivanazzano, viale Europa 2.[/toggle]
[toggle title=”” state=”open”]Settimana della Fotografia 10-18 settembre 2016 Circolo Fotoamatori Rivanazzanese.
Orario mostre: mercoledì, giovedì e venerdì 15.30-18.30, sabato e domenica 10.30-12.30 e 15.30-18.30[/toggle]