Con la circolare numero 128/2016 l’Inps ha introdotto da oggi, per la prima volta nella storia italiana, l’indennità di paternità per i lavoratori autonomi. In Italia la paternità esisteva già, seppur in casi non proprio frequenti, finora soltanto per i lavoratori dipendenti. Con la nuova circolare possono ricevere l’indennità anche le cosiddette partite IVA. Vediamo nel dettaglio i casi in cui si può presentare la domanda e come farlo.
Quali sono gli autonomi che possono andare in paternità
La domanda di paternità spetta di diritto a tutti i lavoratori autonomi che rientrano in una delle seguenti categorie:
- artigiani
- commercianti
- coltivatori diretti
- coloni
- mezzadri
- imprenditori agricoli a titolo principale
- pescatori autonomi della piccola pesca marittima e delle acque interne.
Non può essere chiesta in contemporanea della maternità della propria moglie/compagna, ma in alternativa. Hanno diritto a questa indennità infatti gli autonomi che, dopo aver avuto un figlio, si trovano nella condizione di crescerlo da soli. È prevista infatti l’indennità di paternità in caso la madre naturale muoia, sia gravemente malata, abbandoni il figlio oppure, in caso di separazione, il bambino venga affidato in esclusiva al padre. Non rientra nella casistica della paternità per gli autonomi la rinuncia da parte della madre all’indennità di maternità. Questa possibilità è invece prevista per i dipendenti.
Come richiedere la paternità per gli autonomi
Il lavoratore autonomo che volesse richiedere l’indennità può farlo presentando la domanda apposita all’Inps (domanda cartacea, fino a quando, presumibilmente in autunno, si attiverà la procedura online) sin dal giorno in cui si verifica l’evento (morte della madre naturale, sentenza del giudice, abbandono, ecc.) e fino ai 3 mesi dal parto. Se l’evento si è verificato in passato, è possibile presentare la domanda entro un anno. In questo modo il lavoratore autonomo percepirà una cifra che varia a seconda della sua attività da un minimo di 26,49 euro ad un massimo di 47,68 euro al giorno e, nei giorni in cui percepisce la paternità, può anche lavorare.
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