I rischi della Brexit: l’Italia ne risentirà molto poco

di Onofrio Marco Mancini
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Abbiamo spesso parlato ultimamente della Brexit, la possibilità che il 23 giugno al referendum il popolo britannico possa decidere di abbandonare l’Unione Europea. Abbiamo analizzato l’effetto di tale provvedimento sul popolo e sull’economia britannica, ed eventualmente cosa potrebbe accadere all’Europa se altri Paesi seguissero la stessa strada. Ma quali sono i rischi della Brexit per gli altri Stati del Vecchio Continente? Andiamo ad analizzarli grazie ad un report di Standard & Poor’s.

I rischi della Brexit: Irlanda Paese più in pericolo

Pur essendo un Paese britannico per la geografia, politicamente la Repubblica d’Irlanda non fa parte del Regno Unito e pertanto, in caso di Brexit, rimarrebbe in Europa. Sarebbe però il Paese che più di tutti pagherebbe l’uscita dei vicini. In primis ci sarebbero problemi di migrazione (il 17,2% degli irlandesi vive o lavora in uno dei Paesi della Gran Bretagna) e, vista la vicinanza con l’Irlanda del Nord, ma anche con l’isola principale, perderebbe una grossa fetta degli scambi commerciali: oltre il 10% dell’export e il 5% degli investimenti. Un disastro economico non indifferente.

Dopo la vicina Irlanda, paradossalmente il secondo Paese che risentirebbe di più dei rischi della Brexit è quello più lontano, Malta. Ex colonia britannica, molta dell’economia maltese dipende ancora dai “capricci” del Paese della Regina. Malta, ma anche il Lussemburgo e Cipro, hanno fortissime connessioni finanziarie con la Gran Bretagna, e anche per loro le perdite sarebbero di parecchi miliardi di euro. Tra gli altri Paesi a pagare pesantemente la Brexit ci sono la Svizzera che ha elevati investimenti finanziari in UK e viceversa, Belgio e Olanda che fanno affari con la Gran Bretagna verso la quale detengono la maggior parte delle esportazioni (per intenderci, il piccolo Belgio esporta verso la Gran Bretagna il triplo di quanto fa l’Italia), e molto peso avrà anche sulla Spagna.

Tolti questi 8 Paesi, tutti gli altri risentiranno molto meno dei rischi della Brexit. Anzi, nell’immediato quasi per nulla, mentre potrebbero subire le conseguenze sul lungo periodo, riverberate dai contraccolpi subiti dalle nazioni più a rischio. In questa graduatoria l’Italia è la seconda nazione europea a risentire meno di un’eventuale Brexit, soltanto l’Austria ne subirebbe conseguenze ancora inferiori. Verso la Gran Bretagna infatti le nostre esportazioni corrispondono appena all’1,6% del Pil (in Irlanda va oltre il 10%, Malta, Lussemburgo e Norvegia oltre il 7%), gli investimenti italiani in GB sono appena lo 0,2% (Malta e Cipro superano il 6%, Belgio e Irlanda sono sopra il 5%), e anche la migrazione alla fine è molto limitata, appena lo 0,4% della popolazione italiana o britannica si sposta regolarmente tra i due Paesi, il fattore più basso in Europa dopo l’Ungheria.

Nell’ordine i Paesi che, secondo S&P, rischiano meno a causa della Brexit sono Austria, Italia, Ungheria, Finlandia e Lettonia, ma quali conseguenze “di rimbalzo” ci potranno essere in seguito ai tracolli finanziari dei Paesi più esposti non sono ancora prevedibili.

Foto: Pixabay

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