CETA: l’accordo simile al TTIP già firmato dall’Europa

di Onofrio Marco Mancini
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In Europa negli ultimi tempi si stanno moltiplicando le manifestazioni di piazza per dire no al TTIP. Peccato però che un accordo molto simile al TTIP l’Europa l’abbia già sottoscritto da tempo, senza che nessuno se ne accorgesse. Si chiama CETA ed è il TTIP firmato tra Europa e Canada. Gli accordi sono molto simili e sono fortemente sbilanciati in favore delle multinazionali. Lo ha scoperto il Guardian che ha reso noti al pubblico i dettagli.

Cos’è il CETA e come funziona

CETA è l’acronimo di Comprehensive Economic and Trade Agreement, è stato firmato da Unione Europea e Canada e da molti è considerato l’avanguardia del TTIP. Si tratta di un documento da 1500 pagine, anch’esso finora secretato, che riguarda non solo gli standard sui prodotti alimentari che non tengono conto del principio di precauzione tipico dei prodotti europei, ma anche di altri aspetti come la lotta ai cambiamenti climatici e la regolamentazione che permette di evitare il tracollo finanziario delle grandi banche. Diciamo che questi pochi aspetti mitigano un po’ le asperità dell’accordo economico per nulla vantaggioso per i produttori europei.

Il CETA è particolarmente sbilanciato in favore delle multinazionali in quanto le protegge da ogni eventuale opposizione legale europea. In sostanza una volta entrato in vigore l’accordo, qualora l’UE si opponesse all’entrata in commercio di un prodotto realizzato da un’azienda canadese perché viene utilizzata una sostanza proibita in Europa, tale azienda può citare in giudizio l’Europa per ostacolo alla concorrenza e ottenere i danni economici derivanti dal mancato ingresso in commercio del suo prodotto. Per fare un esempio concreto, il Canada da anni utilizza petrolio derivato dalle sabbie bituminose, una pratica che permette di estrarre oro nero in grandi quantità a prezzi decisamente vantaggiosi, ma che è molto inquinante. L’Europa non ha esattamente “vietato” questa pratica, ma l’ha così riempita di cavilli da renderla svantaggiosa. Con il CETA in vigore dovrà eliminare tutti questi ostacoli, e sarebbe un disastro per l’ambiente.

Perché viene sottoscritto il CETA

Il CETA, così come il TTIP, in teoria servirebbe semplicemente per agevolare le esportazioni dei due grandi colossi e permettere così alle aziende interne di accedere senza più restrizioni a nuovi mercati. Purtroppo questi accordi fanno molto di più. Essi stabiliscono degli standard di “cooperazione regolamentare” che riducono gli ostacoli al commercio. Ostacoli che non erano stati stabiliti a caso, ma servivano proprio a proteggere le produzioni locali e la salute dei cittadini tramite standard di produzione, regole ambientali e così via. È stata prevista anche una cosiddetta “ratchet clause” (in italiano suona come clausola lucchetto) che si applica ai nuovi servizi pubblici: se uno Stato volesse rendere pubblico un servizio privato, verrebbe bloccato da questa clausola.

Come mai non abbiamo mai sentito parlare del CETA? Secondo il Guardian è perché i governi di Canada e soprattutto Europa sanno che i propri cittadini non apprezzerebbero. Allo stato attuale il CETA non è ancora in vigore. È stato firmato dai rappresentanti dei due Paesi, ma non è ancora stato ratificato. C’è tempo 12 mesi per ratificarlo dai singoli Stati, ma alcune nazioni vi si sono già opposte. La Romania ha posto il veto, ma per altre questioni in sospeso con il Canada, l’Olanda ha fatto passare una mozione che rigetta l’applicazione dell’accordo prima dell’approvazione del suo stesso Parlamento. In Italia, invece, il dibattito non è mai stato aperto, almeno ufficialmente.

Foto: Holger Boening su Flickr

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