Riscaldamento globale: Obama lancia il Clean Power Plan

di Onofrio Marco Mancini
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clean power plan

L’America dice basta all’inquinamento indiscriminato e, per volere del suo presidente Barack Obama, lancia il Clean Power Plan, la prima seria legislazione contro i cambiamenti climatici. Per anni gli Stati Uniti hanno girato la testa dall’altra parte facendo finta di non vedere ciò che stava accadendo al mondo. Le lobby hanno combattuto qualsiasi legislazione anti-inquinamento per proteggere i propri interessi, ma adesso Obama, il presidente più progressista della storia degli Stati Uniti, ha detto basta ed ha presentato uno storico piano.

Obiettivo emissioni -32%, in cosa consiste il Clean Power Plan

Ispirandosi agli sforzi europei di lotta ai cambiamenti climatici, il piano di Obama prevede un taglio delle emissioni degli Stati Uniti del 32% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. L’obiettivo è simile a quello europeo, anche se in UE si prende come punto di riferimento l’anno 1990 quando le emissioni erano molto inferiori a quelle del 2005. Ma è comunque un buon punto di partenza dato che gli USA finora non si sono mai voluti impegnare, se non con obiettivi ridicoli e inconsistenti.

La strategia di Obama è quella di ridurre principalmente le emissioni delle centrali energetiche a carbone, puntando su altre fonti energetiche, soprattutto rinnovabili, ma anche gas e nucleare. Secondo i suoi calcoli questo sforzo costerà agli americani 8,4 miliardi l’anno, ma poi ci saranno rientri dal punto di vista economico (un guadagno tra i 35 e i 54 miliardi l’anno a partire dal 2030, con risparmi sulle bollette energetiche di 85 dollari all’anno a famiglia) e soprattutto dal punto di vista sanitario dato che ci saranno, secondo lo staff presidenziale, 90 mila casi di asma in meno ed una riduzione del 90% delle morti premature collegate all’inquinamento.

Il Clean Power Plan prevede che entro il 2018 tutti gli Stati americani presentino il loro piano per ridurre le emissioni, entro il 2022 le industrie avranno il tempo per attuare le riforme, ma soprattutto un sistema di incentivi ed investimenti dovrebbe portare nei prossimi anni uno sviluppo delle fonti rinnovabili, in particolare solare ed eolico, a coprire il 28% del fabbisogno energetico nazionale, più del doppio rispetto ad oggi (13%).

Il mondo non può più fare finta di niente

La scelta di Obama è da definirsi storica. Per anni infatti tutti i summit sul clima, da Copenhagen in poi, sono stati un fallimento dopo l’altro perché solo l’Europa aveva accettato di prendersi le proprie responsabilità fissando obiettivi di riduzione delle emissioni, mentre i grandi colossi emergenti come Cina, India e Brasile si nascondevano dietro l’inazione americana per giustificare il proprio immobilismo. Adesso che anche gli USA hanno preso un impegno vincolante, dovranno agire anche loro.

Se non affrontiamo nel modo giusto il problema dei cambiamenti climatici potremmo passare il punto di non ritorno. Ciò rappresenta un rischio immediato per la sicurezza nazionale. Ci sono tempeste sempre più violente, incendi sempre più frequenti, i ghiacciai si stanno riducendo e questo cambia la geografia del nostro pianeta. Siamo la prima generazione a sentire gli effetti del cambiamento climatico e l’ultima a potere fare qualcosa a riguardo. Se non agiamo, potremmo non essere in grado di invertire la rotta, il tempo non è dalla nostra parte. [La Terra] è la nostra casa e non c’è un piano B

ha dichiarato il presidente americano Obama.

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