È ufficialmente entrata in vigore anche in Italia la nuova disciplina sul divorzio breve. Il Senato ha approvato la legge 55/2015 che riduce notevolmente i tempi nei quali si può ottenere il divorzio, portando ad un risparmio non solo di tempo, ma soprattutto economico, per i due coniugi che hanno intenzione di mettere fine al proprio matrimonio. I casi da prendere in esame però sono tanti perché esistono tante tipologie di situazioni matrimoniali (con e senza figli, consensuale o non consensuale, e così via), per questo motivo oggi cercheremo di capire i nuovi iter burocratici previsti dal divorzio breve nei vari casi.
Divorzio breve consensuale
Accordo col sindaco: se le parti in causa sono consensuali possono trovare un accordo davanti al sindaco. Si risparmiano così soldi e tempo. Questa scelta non è possibile in caso di presenza di figli minori, incapaci, portatori di handicap o non autosufficienti economicamente nati nella coppia (se un figlio è nato fuori dalla coppia allora l’accordo è valido). L’accordo non si può effettuare se ci sono trasferimenti patrimoniali diversi dall’assegno di mantenimento. In questo caso la coppia, almeno 6 mesi dopo la separazione, si presenta davanti al sindaco che redige l’accordo; almeno 30 giorni dopo i due si devono ripresentare davanti al sindaco e confermare ogni parola dell’accordo scritto. Se non c’è conferma, o uno dei due non si presenta, l’accordo è nullo.
Tribunale: possibile in caso di accordo ma nei casi che rendono impossibile il ricorso al sindaco. In questo caso è possibile anche ingaggiare un avvocato comune. Il tribunale sancisce la separazione che deve durare almeno 6 mesi. Superato questo periodo si può presentare domanda di divorzio che scioglie la comunione dei beni. Per la sentenza definitiva di solito bastano circa 4 mesi.
Divorzio breve non consensuale
Negoziazione assistita con diversi avvocati: caso di divorzio breve non consensuale nel quale ogni coniuge ingaggia un avvocato (valevole anche in caso di separazione e modifica del contratto prematrimoniale). I due avvocati redigono un accordo scritto dopo 6 mesi dalla separazione che dev’essere trasferito al pubblico ministero. Se ci sono figli il magistrato deve valutare il testo, altrimenti si passa direttamente all’approvazione. L’atto viene trasferito poi al Comune entro 10 giorni. Se il magistrato non lo ritiene tutelante per i figli, le parti in causa devono trovare un altro accordo.
Giudice: dopo che il tribunale ha decretato la separazione devono passare almeno 6 mesi. Dopodiché i coniugi vengono chiamati davanti a un giudice che sancisce l’inizio del periodo di separazione ininterrotta. Tale separazione deve durare almeno un anno, passato il quale si può procedere al divorzio. Dopo 8 mesi si può già richiedere una sentenza che renda libero da legami matrimoniali uno o entrambi i coniugi. In caso di presenza dei figli i tempi si allungano a 24-30 mesi a seconda delle loro condizioni.
Fonte: il Sole 24 Ore
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