Seconda stoccata di Matteo Renzi alla legge Fornero sulle pensioni. Dopo l’annuncio di ieri che prevedev un rimborso una tantum di 500 euro (in media) alle pensioni tra 1500 e 3000 euro, adesso arriva un’altra proposta di modifica ad uno dei cavilli più discussi dell’ultima riforma pensionistica voluta dal Governo Monti: la pensione anticipata.
Secondo le vecchie regole volute dall’ex Ministro del Lavoro Elsa Fornero, oggi in pensione si può andare solo dopo avere compiuto 66 anni e 3 mesi per i lavoratori pubblici e 66 anni e 9 mesi per quelli privati. È ancora possibile andare in pensione prima di questa soglia, ma a due condizioni: avere conseguito il numero minimo di anni di contributi e soprattutto accettando una forte penalizzazione, cioè una riduzione dell’assegno pensionistico che è tanto più grande quanto più ci si allontana dall’età pensionabile.
La proposta di pensione anticipata di Renzi
Preso dall’euforia elettorale, il Premier ha proposto una nuova modifica che rientrerebbe nei parametri europei. Prende sempre più corpo l’idea della “flessibilità in uscita” tanto chiacchierata ma mai messa in pratica. In sostanza questo nuovo provvedimento permetterà di andare in pensione anticipata già a 62 anni, indifferentemente che si lavori per il settore pubblico o privato, con una riduzione della pensione del 2% ogni anno anticipato rispetto ai 66 anni. In altre parole, se si va in pensione a 65 anni si riceverà un assegno del 2% inferiore rispetto a quello pieno; a 64 anni del 4%, a 63 del 6% e a 62 dell’8%. Ma allora che differenza c’è rispetto alla Fornero?
La legge del Governo Monti prevedeva che si andasse in pensione anticipata calcolando la penalizzazione da applicare, e la pensione stessa, con il sistema contributivo (più contributi paghi e più prendi di pensione); la proposta di Renzi è di utilizzare il vecchio metodo retributivo (calcolato in base alla media degli stipendi degli ultimi anni di lavoro). È evidente che è più conveniente, per il pensionato, il metodo retributivo perché gli ultimi stipendi di lavoro sono sempre superiori rispetto ai primi che non farebbero media, ma in questo modo potrebbero esserci problemi di copertura visto che, secondo l’Inps, un provvedimento simile costerebbe qualcosa come 45 miliardi di euro. Secondo il Governo invece ne costerebbe solo 4. Qualcuno ha decisamente sbagliato i calcoli perché la forbice è troppo elevata.
Altra differenza rispetto alla legge Fornero è che andando in pensione a 62 anni con Renzi si perderebbe solo l’8% dell’assegno finale, con la Fornero si perderebbe il 35%. Alla fine però la sensazione è che a decidere debba essere l’Europa perché se il provvedimento pesasse troppo sulle casse dello Stato, potrebbe decidere di bocciarlo.
Foto: Wikimedia
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[…] pensionati. Ora che però la crisi morde tutti devono stringere la cinghia, e dal 2011 andare in pensione anticipata è quasi impossibile. Da quando l’ex Ministro Fornero ha fatto entrare in vigore le sue norme […]