Mononucleosi: i sintomi della malattia del bacio

di Paola Pagliaro
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mononucleosi - malattia del bacio

La mononucleosi, o più correttamente chiamata mononucleosi infettiva, è nota ai più come malattia del bacio. Si tratta di una malattia altamente contagiosa che si trasmette attraverso il contatto, per questo è molto diffusa soprattutto tra i giovani e gli adolescenti che maggiormente hanno scambi di saliva. In realtà la mononucleosi non si trasmette soltanto attraverso il bacio (o i rapporti sessuali), ma si può trasmettere anche indirettamente, per esempio maneggiando oggetti contaminati (scambio di asciugamani, mangiare con la stessa posata, bere dallo stesso bicchiere e così via), oppure essere vicini ad una persona malata che starnutisce. Raramente il contagio può avvenire attraverso trasfusioni di sangue. Una persona guarita rimane contagiosa per i 6 mesi successivi.

Cosa causa la mononucleosi e quali sono i sintomi

La causa della mononucleosi si chiama virus di Epstein-Barr, un virus coinvolto anche in altre condizioni ben più gravi. La malattia è stata descritta per la prima volta nel 1887 dal dottor Pfeiffer, e infatti il primo nome che si dette alla condizione fu “febbre ghiandolare di Pfeiffer”. Il nome attuale risale invece al 1920 in seguito ad una ricerca effettuata presso il Johns Hopkins Hospital.

Nelle prime fasi la malattia è asintomatica, cioè non produce sintomi, e delle volte resta asintomatica per tutto il decorso naturale. Alle volte un adulto si rende conto di avere contratto la malattia diversi anni prima solo perché, effettuando analisi di altro tipo, si accorge di avere sviluppato resistenza al virus.

Quando i sintomi compaiono, solitamente in persone già debilitate da altre condizioni, si manifestano in febbre, ingrossamento della milza, sfoghi cutanei, faringite (compreso il mal di gola), gonfiore dei linfonodi e ittero. A volte i sintomi vengono accompagnati dal mal di testa, sudorazione e perdita di peso involontaria. Un sintomo che invece capita spesso e che si può verificare anche a distanza di anni, senza però essere preoccupante, è quello della stanchezza eccessiva. Raramente i sintomi si presentano tutti contemporaneamente.

La mononucleosi nei bambini

Essendo una malattia di facile trasmissione, anche di tipo indiretto, può colpire ogni fascia d’età, dai bambini fino agli anziani. Nei bambini diventa comune a causa dell’abitudine dei più piccoli a mettersi le mani in bocca, o portare alla bocca ogni oggetto, il che li mette a rischio anche per altri tipi di contagio. In ogni caso nei bambini la mononucleosi colpisce raramente. Oltre la metà dei casi infatti riguarda gli adolescenti, e la stragrande maggioranza dei contagi si verifica tra i 15 e i 35 anni.

Nei bambini, nella maggior parte dei casi, la patologia guarisce da sé senza terapie particolari. Eventuali terapie assegnate ai bambini sono identiche a quelle degli adulti, ma attenzione a non dare l’aspirina ad un bambino perché può comportare complicanze gravi.

Come curare la mononucleosi

Salvo complicazioni rare, la mononucleosi non è una malattia pericolosa, passa da sola e non lascia strascichi. È potenzialmente pericolosa solo in caso di un fisico debilitato da altre malattie. In questo caso può verificarsi la splenomegalia, cioè l’ingrossamento della milza che può arrivare a rompersi, ma di solito questa eventualità accade in caso di forti sforzi o traumi, e può portare alla morte. Altre complicanze meno comuni sono itterizia ed epatite. Durante il normale decorso, che dura una decina di giorni in tutto, se si notano i sintomi è importante restare a riposo, dormire a sufficienza ed idratarsi e alimentarsi nella maniera corretta. Se si notano sintomi di splenomegalia, visitare un medico per tenere sotto controllo la milza ed evitare complicazioni peggiori. Il medico è in grado di diagnosticare la mononucleosi osservando e tastando i linfonodi. Se nota dei gonfiori può ordinare un esame del sangue per la conta dei linfociti, e successivamente anche altri test per gli anticorpi specifici.

Nei casi che presentano sintomi, il medico può anche assegnare una cura farmacologica basata su farmaci antinfiammatori, analgesici e antipiretici, o altri medicinali o creme per curare i sintomi secondari come per esempio il rash cutaneo. Non esiste un vaccino per la mononucleosi, ma per prevenirla basta evitare i comportamenti a rischio come la condivisione di oggetti che finiscono in bocca.

Fonti: mononucleosi.info; mayoclinic, medscape, kidshealth
Foto: Freeimages

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