Dopo tanti anni nei quali l’Emilia Romagna è stata il fiore all’occhiello della sanità in Italia, nel 2014 registriamo il sorpasso della Toscana. Non che la regione emiliana abbia grossi demeriti, sono molti di più i meriti della Regione governata da Rossi, la quale è arrivata ad eccellere a livello internazionale su molti aspetti dell’assistenza sanitaria. A premiare questa eccellenza è stata la “griglia Lea” dove “Lea” sta per Livelli essenziali di assistenza. Si tratta di uno studio, commissionato tutti gli anni dal Ministero della Salute, che deve annotare le criticità e le eccellenze del nostro Paese per quanto riguarda il sistema sanitario nazionale.
I criteri con i quali sono state valutate le venti regioni italiane sono 31, suddivisi in 9 macrocategorie:
- Politiche di prevenzione (dalla presenza delle Asl fino alla pianificazione delle campagne preventive)
- Comunicazione
- Ricerca sanitaria
- Promozione della qualità dell’assistenza sanitaria
- Personale (valutazione dell’efficienza, carriere, convenzioni, ecc.)
- Nuovo sistema informativo sanitario e sanità elettronica
- Dispositivi e farmaci (prezzi, consumi e razionalizzazione)
- Sicurezza degli alimenti
- Veterinari
Ad ogni voce viene associato un punteggio per ogni regione, ed il massimo è 225 punti. La Toscana ha fatto un enorme balzo in avanti raggiungendo addirittura quota 214 punti, quasi il massimo. Si tratta del punteggio più alto mai raggiunto nella storia delle valutazioni Lea. L’Emilia Romagna, che per tanti anni è stata prima, scivola al terzo posto perché viene superata dalle Marche. Anche in questo caso c’è stato l’exploit regionale visto che le Marche nell’ultima valutazione dell’anno scorso erano solo al decimo posto. Il punteggio emiliano è comunque sceso, anche se di poco, a 204. Al quarto posto il Veneto, seguito a pari punti da Lombardia e Liguria. Nella top 10 attualmente non c’è ancora il Piemonte perché ancora i dati non sono completi, ma considerando che l’anno scorso la regione piemontese era al quarto posto, sicuramente rimarrà tra le posizioni di vertice.
L’altro lato della medaglia è il Sud Italia, troppo spesso indietro sulle tematiche sanitarie. La Regione con la performance peggiore quest’anno risulta essere la Sicilia, seguita da Calabria, Puglia e Molise.