Male, malissimo, quasi un disastro la situazione economica italiana. Dopotutto se non riuscitamo ad uscire dalla crisi da almeno 6 anni un motivo ci sarà. Il World Economic Forum ha aggiornato la sua classifica delle economie più forti del mondo, analizzando una lunga serie di dati macroeconomici e politici che permettono di stabilire se una nazione è competitiva a livello mondiale oppure no. Questa strategia non solo permette di scoprire quali sono le popolazioni più ricche, ma anche di individuare dove conviene maggiormente investire. E vedendo la situazione dell’Italia si capisce che da noi investire non conviene proprio. L’unica buona notizia è che, dall’ultima rilevazione, la ricchezza globale italiana è risalita un pochino, ma siamo ancora distanti dai periodi migliori e la ricchezza presente oggi in Italia equivale all’incirca a quella presente quasi un decennio fa, come se non ci fossimo mossi più di tanto.
Nel ranking mondiale a dominare è come sempre la Svizzera che per il sesto anno consecutivo viene posizionata nell’ambito ruolo di economia più competitiva del mondo. Al secondo posto si conferma Singapore, una piccola isoletta vicina alla Cina che è passata in un paio di decenni da essere un Paese del Terzo Mondo ad una delle più importanti economie globali, con la popolazione che ormai non sa più cos’è la povertà. Per intenderci il reddito pro-capite di Singapore è di oltre 54 mila dollari l’anno, mentre in Italia si ferma a 34 mila.
Al terzo posto gli Stati Uniti che nell’ultimo anno hanno recuperato due posizioni a discapito di Finlandia e Germania. La top 10 continua con Giappone, Hong Kong che ha seguito più o meno la stessa strada di Singapore, e poi Olanda, Regno Unito e Svezia. L’Italia non solo è fuori dalla top 10, ma rischia seriamente di uscire anche dalla top 50. Il nostro Paese infatti si posiziona al 49esimo posto, dietro nazioni come Panama, Malta e l’Oman. Persino l’Azerbaijan o l’Indonesia sono economicamente più forti di noi. Ma come è possibile?
Anche il World Economic Forum dà la principale colpa alla politica. Andando ad analizzare i vari parametri, scopriamo che la fiducia nella classe politica è tra le più basse di tutte, con un punteggio di 1,7 dove 1 è il punteggio minimo, che ci fa essere al 139esimo posto su 144 nazioni. Tra i più gravi problemi che il Wef individua per l’Italia ci sono la burocrazia, la lentezza e la farraginosità della giustizia, la poca trasparenza della politica a tutti i livelli, gli sprechi di denaro pubblico, il debito pubblico, la tassazione troppo elevata (l’Italia è il secondo Paese con la tassazione delle imprese più alta al mondo), ma anche la tassazione globale sui privati e sul lavoro, la poca sicurezza del lavoro, la difficoltà ad accedere al credito ed i pochi investimenti nella tecnologia.
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