Le radiazioni dei cellulari da oggi preoccupano meno che in passato. Uno studio commissionato dall’Arpa Piemonte (Agenzia Regionale per l’Ambiente) ha analizzato i rischi per la salute dovuti all’esposizione ai campi elettromagnetici emessi dai cellulari. Da anni infatti continua il dibattito tra chi afferma che sono nocivi per la salute e chi invece sostiene il contrario. L’Arpa, saltanto alla conclusione, non dice mai che le radiazioni dei cellulari sono al 100% innocue e che si possono escludere assolutamente i rischi per la salute umana, ma in un certo senso lascia intendere che dopotutto di pericoli ce ne sono davvero pochi.
Dai risultati ufficiali emergono due dati molto importanti: i cellulari moderni, che utilizzano la rete 3G, emettono campi elettromagnetici decine di volte, a volte centinaia, meno potenti rispetto a quelli vecchi, i 2G. Inoltre la preoccupazione di molte persone che vedono nei segnali dei cellulari sempre più presenti un potenziale pericolo sono state smentite. Un cellulare in pieno campo, con 4 o 5 tacche di ricezione, produce circa cento volte meno campi elettromagnetici di uno che di tacche ne ha una o zero. Il cellulare infatti emette più energia nel tentativo di trovare il segnale, e per questo aumentano i campi elettromagnetici. Ce ne accorgiamo quando notiamo che la batteria si scarica prima quando c’è poco segnale.
Ad ogni modo sono sempre utili i classici consigli per ridurre l’esposizione perché è vero che il pericolo è minimo, ma non si può comunque escludere che non ci siano conseguenze per chi usa il telefono per tante ore al giorno. I consigli sono usare l’auricolare o il vivavoce durante le telefonate e tenere il telefono sempre ad almeno 30 cm dal corpo. Se poi ancora avete qualche dubbio, esistono decine di App che misurano la quantità di campi elettromagnetici prodotti dal cellulare ed alcuni addirittura che promettono di abbassarli.
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