Il bike sharing è il servizio, quasi sempre comunale, che permette ai cittadini residenti, ai pendolari e ai turisti, di spostarsi all’interno della città senza necessità di un’auto, ma sulle due ruote. È un simbolo prima di tutto di civiltà, ma anche di amore per la natura, perché le biciclette non inquinano, ed anche un toccasana per la salute dato che decongestionano il traffico e permettono di migliorare la propria condizione cardiocircolatoria. Il bike sharing oggi, nel 2014, è diffuso un po’ in tutto il mondo, e per questo arrivano da ogni angolo del pianeta numeri, statistiche e curiosità davvero interessanti.
Ad oggi risulta che in almeno 600 città suddivise in 52 Paesi di tutto il mondo sia ospitato un sistema di bike sharing avanzato (se calcolassimo anche i servizi più piccoli, il numero sarebbe enorme), e solo questi sistemi calcolano in totale 570 mila biciclette in condivisione. È la Spagna la nazione leader con ben 132 programmi, ma l’Italia è seconda con 104, anche più della Germania che ne ha “appena” 43.
Il sistema di bike sharing più grande del mondo però è in Cina, nella città di Wuhan, sesta città più grande del Paese che ospita 9 milioni di persone. Per loro sono state messe a disposizione circa 90 mila biciclette. Per capire le proporzioni basti pensare che il servizio più grande d’Italia, quello di Milano, conta “solo” tremila biciclette a fronte di una popolazione da un milione e mezzo di residenti. La Cina è anche il Paese che contribuisce di più ad incrementare il numero di biciclette (nelle prime 10 città per grandezza del servizio, 8 sono cinesi, eccetto Parigi e Londra) dato che i suoi servizi di bike sharing complessivamente mettono a disposizione 380 mila bici, ovvero due terzi del totale.
Gli Stati Uniti, nonostante l’ampiezza del territorio e l’alto numero di abitanti, contano appena 36 servizi di bike sharing, un terzo dell’Italia. Qui però il fenomeno è nato di recente (si calcola intorno al 2008 mentre in Europa è nato nei primi anni 2000) e si sta sviluppando molto in fretta, tanto che si punta a raddoppiare i numeri entro la fine dell’anno. Se invece vogliamo parlare di efficienza, il sistema migliore è considerato il Velib di Parigi che portato ad un incremento del 41% dei ciclisti per le strade della capitale francese dall’anno del lancio, 2007, fino ad oggi. Qui le biciclette sono 24 mila suddivise in 1.700 stazioni.
Ed infine le statistiche ci ricordano i benefici del bike sharing. Con abbonamenti di solito inferiori ai 100 euro annui, il servizio di bike sharing è il trasporto pubblico più economico che ci sia, anche perché si stima che il costo annuale di un’auto di proprietà si aggira sui cinquemila euro. Inoltre durante il primo anno di utilizzo mediamente si calcola che gli utenti perdano all’incirca 4-5 chili a testa.
Fonte: Earth Policy
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