Quando si parla di condizioni mediche per un gatto, la FIV, o virus dell’immunodeficienza felina, è la prima questione da controllare, insieme alla FELV (virus della leucemia felina). Scoperto nel lontano 1986, questo virus è la principale causa dell’immunodeficienza cronica nei gatti. Detta in maniera più semplice, un gatto che al test FIV risulta positivo ha una percentuale di possibilità di ammalarsi di una grande quantità di malattie molto superiore rispetto ad un gatto che risulta negativo. Ciò non vuol dire che il gatto sia malato, ma è semplicemente più suscettibile ad infezioni ed altre condizioni mediche. Il FIV è un retrovirus che fa parte della stessa famiglia del virus dell’HIV umano che porta all’Aids. Tuttavia il FIV non può essere trasmesso agli esseri umani.
Come si trasmette e quali sono i sintomi della FIV
Il virus dell’immunodeficienza felina si trasmette esclusivamente tra gatti attraverso un graffio, morso, scambi di sangue o altri fluidi, ad esempio durante l’accoppiamento. L’incidenza maggiore è nei gatti maschi tra i 3 e i 5 anni, ma purtroppo il virus può essere trovato anche nei gattini molto piccoli a causa della trasmissione durante la gravidanza. Per questo motivo, prima di adottare un gatto, bisogna informarsi se è positivo alla FIV in quanto, se è negativo, una volta entrato in casa è impossibile che rimanga infettato, a meno che non venga in contatto con altri gatti.
La FIV può essere individuata con un semplice test veterinario. Chi non lo ha effettuato, o il padrone di un gatto venuto in contatto con uno infetto, può notare alcuni sintomi che potrebbero insorgere come febbre e gonfiore dei linfonodi dalle 4 alle 6 settimane dopo l’avvenuto contagio. Gli altri sintomi che possono essere notati sono diarrea, infezioni della pelle e anemia. Passati i sintomi c’è un periodo di latenza di circa 12 mesi nel quale il gatto sembra in salute e attivo. Trascorso questo periodo i sintomi di immunodeficienza cronica compaiono nuovamente e progrediscono lentamente.
Cosa comporta la FIV
Un gatto FIV positivo può vivere per anni all’interno di un appartamento, ma avrà spesso problemi di salute. Apparentemente potrebbero insorgere condizioni mediche che il padrone non riesce a spiegarsi come malattia alle gengive o alla bocca, perdita di appetito e di peso, pallore, febbre, difficoltà respiratorie, secrezione nasale, infezioni alle orecchie e quelle al tratto urinario ricorrenti. Circa la metà dei gatti FIV positivi sviluppa malattie croniche alla bocca, il 30% infezioni respiratorie e il 20% diarrea cronica. Alcuni possono mostrare persino demenza.
Purtroppo non c’è alcuna possibilità di curare la FIV. L’unica speranza è che un giorno i farmaci anti-Aids sviluppati per gli esseri umani possano funzionare anche per i gatti. Alcuni medicinali disponibili già oggi, come ImmunoRegulin, interferone e acemannan, hanno mostrato di poter alleviare i sintomi, ma non possono curare completamente un gatto. Altri invece, che sono positivi per gli umani, si sono rivelati tossici per i gatti come l’AZT. Le uniche cose che si possono fare sono fornire al gatto il miglior cibo possibile e tenere la casa ben pulita, tenendo lontani i parassiti perché ogni minimo germe può essere fatale. I vaccini contro la FIV non sono ritenuti ad oggi completamente sicuri.
Fonte: Pets.Webmd
Foto: Photl
2 commenti
Ho due gatti, uno è risultato positivo al fiv,l’altro negativo. Cosa devo fare?Grazie
[…] i primissimi controlli da effettuare su un gatto prima di adottarlo, insieme alla FIV bisogna controllare anche la FELV. Questo è un acronimo di Virus della Leucemia Felina, un virus […]