Pensione anticipata, tutti i metodi per ritirarsi prima dal lavoro

di Onofrio Marco Mancini
0 commenti

pensionati

Con le riforme delle pensioni che si susseguono tutti gli anni, ormai andare in pensione è diventata una vera e propria giungla. Figuriamoci cosa può essere andare in pensione ancor prima rispetto ai limiti di legge. La pensione anticipata è il sogno di milioni di lavoratori, ma molto spesso si trasforma in un incubo quando si tenta di accedervi. Eppure la legge prevede alcuni metodi per anticipare di qualche anno l’andata in pensione, senza perdere nemmeno un euro dell’assegno mensile e non correre il rischio di vedersi esodati. Come? Andiamo a vedere come fare.

Riscatto degli anni di Università: chi è laureato ha la possibilità di far valere gli anni di studio come anni lavorativi. Chi ha iniziato a studiare ma ha mollato prima non può. Il pro è appunto che si va in pensione diversi anni prima del previsto, i contro sono essenzialmente due: non si calcolano gli eventuali anni fuori corso e soprattutto è molto costoso. Si paga una specie di “tassa” del 33% dello stipendio lordo percepito per farsi riconoscere tutti gli anni, il che significa anche migliaia di euro. Ad ogni modo un metodo per ridurre questo esborso c’è, ovvero chiedere il riscatto il prima possibile. Anche se siete lontani dalla pensione, magari anche prima dei quarant’anni, è possibile richiedere il riscatto. In questo modo il 33% dello stipendio di un lavoratore ai primi anni sarà senza dubbio inferiore a quello di fine carriera. Inoltre quei soldi restano nel fondo Inps e maturano gli interessi, e sono deducibili fiscalmente.

Contribuzione volontaria: un altro metodo per risparmiare qualche anno di lavoro è, di fatto, autotassarsi. Per poterne ottenere i benefici bisogna dimostrare di aver contribuito ad un fondo pensione integrativo per almeno tre anni nei 5 precedenti alla richiesta di pensione, oppure per 5 anni in totale. In questo modo si può anticipare di qualche mese la pensione, a seconda della quantità di contributi versati, oppure si può ottenere, al momento della pensione “normale”, un assegno più cospicuo.

Contributi maternità: facendo richiesta all’Inps ogni donna che ha avuto un figlio durante il periodo lavorativo può fare richiesta dei contributi per la maternità. Non si paga nulla, ma si può anticipare la pensione di 5 mesi, che sono poi quelli che vengono assegnati in caso di maternità.

Omessa contribuzione: se il datore di lavoro non versa i contributi regolarmente, un dipendente, dopo l’avvenuta prescrizione, può presentare la busta paga come prova del lavoro e richiedere i contributi non versati che potrebbero così anticipare la pensione di mesi o addirittura anni.

Servizio militare o civile: come per l’Università, anche il servizio militare o il servizio civile possono essere scalati. I documenti vanno richiesti presso il competente distretto militare, ma la richiesta è gratuita.

Totalizzazione: pensata per chi ha lavorato all’estero ma poi è tornato in Italia, si può presentare richiesta di totalizzazione all’Inps dietro dimostrazione, con eventuali buste paga o altri documenti, di aver svolto attività lavorativa in un altro Paese, ed aver pagato lì i contributi.

Fonte: il Sole 24 Ore
Foto: freeimages

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento