I finanziamenti europei a fondo perduto sono una di quelle ancore di salvezza che ancora possono essere utilizzate dagli imprenditori italiani per tentare di avviare la propria attività, o sostenerne una già avviata, senza dover ricorrere a mutui a tassi esagerati elargiti dalle banche (quando li elargiscono). Va però specificata subito una cosa: i finanziamenti a fondo perduto nel vero senso della parola (cioè che non va restituito nemmeno un euro) sono rari e, in realtà, non sono mai completamente a fondo perduto.
Nella definizione di finanziamento europeo rientra quella quota di microcredito messa a disposizione di anno in anno dall’Unione Europea, la quale viene assegnata ad ogni singolo Paese facente parte la comunità, o anche a solo una parte della nazione stessa. Ad esempio in Italia il Sud e le Isole hanno una quota maggiore di finanziamenti perché ritenute aree disagiate, rispetto al Nord Italia. Inoltre, trattandosi di microcredito, di solito gli importi erogati non superano i 25 mila euro per i lavoratori autonomi o per le aziende con meno di 10 dipendenti.
Altro aspetto da tenere in considerazione è che l’Unione Europea non elargisce direttamente l’importo finanziato a chi ne fa richiesta, ma bisogna passare attraverso i canali del credito tradizionale, dunque banche e finanziarie, che valutano il progetto e, solo dopo l’approvazione, fanno confluire tali importi nel conto bancario dell’impresa.
Come ottenere i finanziamenti europei a fondo perduto
Il primo passo per ottenere un finanziamento è la normale ricerca. Sul sito ufficiale dell’Unione Europea, o in gazzetta ufficiale, o a volte anche sui siti istituzionali del proprio Paese, vengono pubblicati periodicamente i bandi per ottenere questi aiuti. Per l’Italia il punto di riferimento è il sito del Ministero dello Sviluppo Economico, ma sono fondamentali anche il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, nel quale vengono pubblicate anche tutte le ultime normative a riguardo, il sito di Invitalia nel quale sono elencati anche i finanziamenti nazionali come gli incentivi alle assunzioni, oppure il sito della propria Regione di appartenenza. Si tratta di veri e propri bandi di gara, suddivisi per ambiti. All’interno del bando sono sempre elencati i requisiti per ottenere il finanziamento, nonché le modalità per farne richiesta.
Il secondo step è redigere un business plan. Questo piano deve dimostrare la bontà della propria iniziativa nel suo complesso, elencando così di cosa ci andremo ad occupare, quanti soldi andremo ad investire, quanto prospettiamo di incassare, ed eventualmente come potremmo rientrare dai debiti. Il finanziamento europeo, anche quando riporta la dicitura “fondo perduto”, in realtà quasi mai finanzia il 100% dell’impresa. Nella maggior parte dei casi non supera il 50%, e così il restante 50% o dev’essere già in possesso dell’imprenditore, oppure viene finanziato dalla banca che fa da intermediaria, o ancora dall’Unione Europea stessa, la quale però applica tassi di interesse inferiori a quelli normali.
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