Le prossime elezioni europee saranno un importante banco di prova per l’Eurozona, e in particolare proprio per l’Italia. Sono molti i partiti euroscettici in tutta la Comunità Europea che vorrebbero abolire la moneta unica, e in Italia, a parte i piccoli partiti no euro, ci sono la Lega Nord che vuole abolirlo ed il Movimento 5 Stelle che vuole porre la questione in un referendum popolare. Ma cosa accadrebbe se davvero l’Italia uscisse dall’euro? E soprattutto, ci conviene davvero?
Il Sole 24 Ore ha fatto una simulazione molto interessante su ciò che potrebbe accadere. Bisogna ammettere che lo scenario preciso ancora non lo si conosce perché le variabili in campo sono tante, ma alcuni passaggi fondamentali si possono già cominciare ad immaginare. Partiamo dal debito pubblico. Come si sa, l’Italia ha uno dei debiti pubblici più ampi al mondo, maggiore in Europa anche a quello della Grecia. Cosa accadrebbe ad esempio a quelle persone che detengono titoli pubblici? Le alternative sarebbero due: o vedersi rimborsati i Bot e i Btp immediatamente, anche se non sarebbero in scadenza, subendo una svalutazione perché la lira vale meno dell’euro, o addirittura si rischierebbe il default, esattamente come in Grecia, per una questione tecnica: il cambiamento arbitrario, da parte di uno Stato, delle condizioni dei titoli comporta automaticamente il default. In questo modo molti risparmiatori rischierebbero di non vedere più un euro (o lira che dir si voglia), oppure potrebbero vedere rimborsata solo una percentuale inferiore di quanto investito perché tutto il debito verrebbe rivalutato. È successo di recente proprio alla Grecia che ha rivalutato i debiti di un terzo (chi ha investito 900 si è visto rimborsare solo 600). Il rischio default per le obbligazioni societarie con l’estero sarebbe ancora più elevato.
Molto invece cambierebbe in termini di potere di acquisto, ma solo per quello interno. Mantenendo il vecchio cambio lira-euro, chi oggi percepisce 1000 euro di stipendio potrebbe guadagnare due milioni di lire (qualcosina in meno a voler essere precisi). Con due milioni di lire, e tutti i prezzi in lire al supermercato, potremmo comprare di più rispetto a prima. Ma rispetto al mercato internazionale la nostra moneta verrebbe fortemente svalutata. Ci ritroveremmo così come negli anni ’80 e ’90 con il dollaro molto più forte della lira e l’euro (o eventualmente le monete nazionali europee se l’euro non esistesse più) tutte molto più forti della nostra. La conseguenza sarebbe che i prodotti italiani costerebbero molto poco, ma quelli stranieri molto di più. Un’ottima notizia per il made in Italy, una pessima notizia per chi volesse acquistare prodotti stranieri.
Le azioni italiane precipiterebbero. La svalutazione della moneta ed il generale clima di incertezza che si verrebbe a creare porterebbero a crolli importanti in Borsa con i famosi Spread che risalirebbero nuovamente alle stelle. Insomma, in definitiva, senza particolari scossoni, il risultato del ritorno alla lira sarebbe un aumento del potere d’acquisto da parte delle famiglie, ma un impoverimento del sistema Italia rispetto al resto del mondo Occidentale.
Fonte: il Sole 24 Ore
Foto: Turinboy su Flickr