Il cancro nel gatto è una malattia che capita più di frequente rispetto agli esseri umani. Solitamente si presenta tra i 10 e i 15 anni d’età, anche se la percentuale è piuttosto elevata anche dopo. L’unica eccezione è il linfoma che si manifesta invece nei gatti giovani. Individuare un tumore in un gatto a volte è piuttosto complicato dato che quasi tutti i casi, esclusi il cancro alla mammella e quello alla pelle, non si possono notare dall’esterno. E non facendo controlli di screening periodici o altri esami come per gli esseri umani, rilevare la presenza di un tumore diventa raro.
La percentuale di possibilità che un gatto contragga il cancro aumenta in presenza del virus della leucemia felina (FELV) e quello dell’immunodeficienza felina (FIV). Per questo un test sin da quando è cucciolo è sempre consigliabile. I casi più comuni di cancro nel gatto riguardano i linfonodi (linfomi) e il sangue (leucemia) che rappresentano più del 50% dei casi riscontrati nei gatti, ma praticamente qualsiasi tessuto o organo può essere coinvolto.
Non tutti i tumori sono maligni. Di solito si classificano in basso grado, che sono quelli che continuano a crescere localmente per raggiungere grandi dimensioni; e quelli di alto grado che provocano metastasi, cioè si diffondono al resto del corpo velocemente mentre il tumore primario è ancora relativamente piccolo.
Sintomi del cancro nel gatto
I sintomi del cancro nel gatto variano a seconda della tipologia e del tessuto colpito, ma più di frequente possono essere individuati in perdita di saliva, difficoltà a mangiare, comparsa di un nodulo, crescita ulcerata di lingua o gengive, masse infette che crescono, ad esempio sulla bocca, oppure difficoltà di minzione. Portando il gatto dal veterinario quando compaiono questi sintomi si aumentano le possibilità che il tumore venga scoperto per tempo in quanto le analisi dei tessuti in laboratorio permettono di individuare ciò che ad occhio nudo non si può vedere.
Anche gli esami del sangue possono individuare il cancro o l’alta possibilità di contrarlo come quello incrociato FELV e FIV, controllo del calcio e perdita di proteine dalle urine. Per avere la piena certezza vengono effettuati radiografia, ecografia, risonanza magnetica e/o tomografia assiale computerizzata. Anche la biopsia con ago aspirato può dare risultati certi.
Curare il cancro nel gatto
Il piano di trattamento viene studiato in seguito agli esami, quando si sono individuate tutte le caratteristiche del tumore. Il modo migliore di curare un gatto malato è la rimozione chirurgica del tumore e del tessuto circostante per ridurre la possibilità di recidive. Ma questa possibilità è contemplata solo se il cancro non si è diffuso. Se invece le metastasi hanno intaccato altri tessuti, la rimozione chirurgica del cancro primario può alleviare i sintomi, ma non far guarire il gatto. Negli ultimi anni si sono sviluppate nuove tecniche avanzate per la cura dei tumori come elettrocauterizzazione, criochirurgia, chirurgia laser o la terapia ipertermica, ma possono funzionare solo sui tumori benigni. La radioterapia può funzionare sui tumori superficiali, su quelli non curabili chirurgicamente, e per alleviare il dolore, ma richiede un’attrezzatura molto avanzata e costosa, e non dappertutto questa è disponibile.
Esistono anche dei farmaci che possono aiutare nella terapia come l’utilizzo di antiossidanti supplementari, acidi grassi Omega-3 e l’arginina, ma più che altro sono stati testati finora solo sui cani, anche se si pensa che sui gatti possano avere degli effetti simili. Non tutti i tumori possono però essere curati in questo modo e la chemioterapia può avere degli importanti effetti collaterali. Infine anche cambiamenti nella dieta possono agevolare il processo di guarigione o rallentare la malattia, ad esempio limitando gli zuccheri e i carboidrati, utilizzando proteine ad alta digeribilità e fornendo solo alcuni tipi di grassi specifici.
Fonte: Pets Webmd
Foto: freeimages
1 commenti
[…] Tecnicamente si dice che questa malattia è caratterizzata da reazioni immunomediate, cioè derivanti da una reazione del sistema immunitario, a batteri, parassiti o antigeni, o a volte semplicemente a del cibo che fa male al gatto. Quando vanno fuori controllo si verifica l’infiammazione che interferisce con il corretto assorbimento dei nutrienti durante la digestione, e di conseguenza l’animale rischia di perdere peso e, sul lungo periodo, anche di morire per malnutrizione. Se non curata, la malattia infiammatoria intestinale nel gatto può sfociare in ulcere e cancro. […]