Le proprietà della marijuana, ecco perché potrebbe diventare legale

di Paola Pagliaro
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proprietà marijuana

Le proprietà della marijuana sono numerose, e non sempre riguardano la sfera delle cosiddette “droghe ricreative”. Se ne stanno accorgendo anche gli italiani che negli ultimi tempi stanno sentendo sempre più parlare di questa pianta che divide il Paese tra proibizionisti e favorevoli alla legalizzazione. La realtà è che la maggior parte degli italiani non sa da che parte stare, e per loro cerchiamo di spiegare meglio perché si parla tanto di marijuana, quali sono le sue proprietà, e perché potrebbe presto diventare legale.

Il “segreto”, se così si può definire, della marijuana sono i cannabinoidi, un gruppo di composti che contengono carbonio 21 terpenofenolici che sono contenuti esclusivamente nella specie Cannabis. Ognuno dei composti ha una funzione a se stante. C’è il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) che è uno psicoattivo che produce un effetto di euforia nella mente, ma ci sono anche il cannabidiolo (CBD), cannabicromene, cannabigerolo, Tetrahydrocannabivarin e il delta-8-THC che sono analgesici e antinfiammatori senza effetti psicoattivi.

L’effetto principale che si può avere assumendo un derivato dei cannabinoidi (quindi non necessariamente fumando uno spinello, sia chiaro) è quello di calmante, tant’è che questi composti vengono prescritti dai medici per calmare le convulsioni e/o per alleviare il dolore, persino nei bambini. Tra gli effetti ritenuti certi dalla scienza, secondo recenti studi del National Toxicology Program negli Stati Uniti, c’è quello antitumorale. Per la precisione i cannabinoidi hanno effetti protettivi sulle cellule ed aiutano a combattere il cancro ad esempio al fegato, seno, utero, testicolo, ipofisi e pancreas. Altri studi hanno anche dimostrato le possibilità di prevenzione pure per il tumore al polmone, ma anche contro la proliferazione delle metastasi grazie al loro effetto inibitore.

Un altro effetto dei cannabinoidi è quello della stimolazione dell’appetito, magari in soggetti malnutriti perché non riescono ad ingerire il cibo, grazie alla stimolazione dell’ipotalamo.

A questo punto una domanda può sorgere spontanea: ma la marijuana è sicura? Se è vero che fa così bene, perché per tanti anni è stata dichiarata illegale? Su quest’ultimo punto molti governanti stanno cambiando idea. Non solo più solo l’Olanda ma diversi Paesi, dagli Stati Uniti all’Uruguay, fino ad alcuni Paesi europei e persino l’Italia, stanno cominciando a cambiare la legislazione in materia. Oggi gli effetti della marijuana sul corpo umano sono maggiormente noti e così siamo portati, o almeno la scienza lo è, a demonizzarla meno.

Alla prima domanda invece si può rispondere con una similitudine, ovvero che la marijuana è sicura per il corpo umano quanto lo è l’alcool. Bere alcool in quantità minime non provoca effetti disastrosi proprio come non li provoca assumere marijuana in quantità minime. Poi ci sono soggetti più sensibili o allergici ad una o all’altra sostanza che possono subire contraccolpi anche gravi, ma normalmente su un corpo sano gli effetti negativi si possono avere, in entrambi i casi, solo abusandone. Gli unici dubbi restano soltanto sul lungo termine perché non ci sono studi a sufficienza che possano attestare cosa può provocare l’utilizzo di cannabinoidi nel corpo umano per 20 o 30 anni. Ma anche bere alcool per 30 anni di certo non fa bene al fegato.

La marijuana si può assumere in diversi modi. Essendo una pianta, può essere sintetizzata in pillole, assunta in forma liquida, o anche fumata. Quest’ultimo è il casus belli in quanto se tutti sono concordi nell’affermare che assumare cannabinoidi sotto controllo medico attraverso dei medicinali sia condivisibile, è ben diverso rendere legali le “canne”. Ma davvero fanno così male?

La marijuana da fumare

Uno spinello, così come il fumo da narghilè, contiene 60 diverse sostanze chimiche, appunto i cannabinoidi. Il più noto è il THC che dà la sensazione di euforia. Ma è anche quello che comporta i maggiori effetti collaterali come perdita di memoria temporanea, incapacità di stare dritti sulle gambe, ecc. Un po’ come un’ubriacatura. Fumare marijuana fa male un po’ come quando si fumano le sigarette. Le sostanze chimiche che si mandano nei polmoni non sono solo cannabinoidi ma anche ammoniaca, acido cianidrico e formaldeide. Oltre al catrame e tabacco con i quali si “tagliano” gli spinelli. Fumarne uno ha le stesse probabilità di provocare il cancro di quelle che comporta fumare una sigaretta.

Gli effetti sul cervello però sono peggiori. Dalle scansioni di imaging cerebrale risulta che il flusso sanguigno al cervello nei forti fumatori diminuisce, così come cambia la forma del talamo, la parte del cervello che serve per l’elaborazione delle informazioni. Non a caso i forti fumatori hanno amnesie preoccupanti, difficoltà di attenzione ed alcuni anche schizofrenia, ansia, depressione ed incremento della frequenza cardiaca. Insomma, come per ogni cosa, la dipendenza fa sempre male.

La marijuana da mangiare

Ben diversi invece sono gli effetti della marijuana assunta in maniera diversa. Si può mangiare, ad esempio sotto forma di biscotti, o bevendola sotto forma di birra. Gli effetti non si differenziano molto da quelli del fumo, né in senso positivo, ovvero euforia, né in quello negativo, ovvero ansia, panico e secchezza della bocca quando si esagera. Al massimo non si hanno effetti sui polmoni.

Sintetizzata in laboratorio però, questa pianta ha proprietà curative perché elimina molti degli effetti collaterali. Pillole o spray alla marijuana possono alleviare i sintomi della sclerosi multipla, rigidità muscolare, formicolio, intorpidimento ed altre condizioni. Nella maggior parte dei casi però anche se i cannabinoidi possono rallentare l’incedere della malattia ed alleviare i sintomi, non possono curare la malattia stessa. Per questo motivo diverse Regioni italiane, e a breve anche il Governo nazionale, stanno legiferando per concedere le terapie a base di cannabinoidi sotto controllo medico. Di qui alla legalizzazione completa comunque la strada è ancora molto lunga.

Fonti: cancer.gov; Webmd
Foto: Sxc

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