L’economia italiana è disastrata e gli investimenti vanno sempre peggio. Eppure nel campo delle rinnovabili riusciamo a fare la nostra parte. Gli incentivi sono in calo ormai da anni, e il 2013 ha fatto registrare numeri negativi nel settore; eppure il nostro Paese resta sempre al top della produzione energetica. Confrontata geograficamente ed economicamente a colossi come Germania, Stati Uniti e Cina, l’Italia sembra troppo piccola per competere, ma evidentemente la forza degli italiani è maggiore del previsto. Ad attestarlo è la relazione annuale di Ernst&Young intitolata Renewable energy country attractiveness index.
L’agenzia internazionale ha preso in considerazione i dati di produzione dell’energia rinnovabile di ogni tipo e poi ha stilato diversi parametri che riguardavano gli investimenti, il ritorno in termini economici, le priorità politiche alle rinnovabili e soprattutto la potenza installata di solare, eolico e delle altre tecnologie pulite.
Scopriamo così che per quanto riguarda la produzione di energia solare, l’Italia si piazza all’undicesimo posto. In vetta come sempre la Cina, forte non solo della sua grandezza geografica ma anche dell’enorme numero di pannelli a basso costo prodotti in quel Paese. Seguono Stati Uniti, India, Giappone e Germania. In quanto ad eolico invece siamo ancora più indietro: offshore 20° posto, onshore (cioè sulla terraferma) 22°. Anche qui la vetta della graduatoria se la spartiscono i soliti noti: nell’ordine Cina, Usa, Germania e Gran Bretagna.
La nostra parte invece la facciamo per quanto riguarda il geotermico, una forma energetica di cui si parla poco in Italia, ma che a quanto pare è molto utilizzata visto che siamo il quarto produttore mondiale. Bene anche come idroelettrico, dato che questa graduatoria ci vede al 12° posto. La relazione alla fine vede l’Italia risalire la china dopo alcuni anni di calo. Gli investimenti ci sono e c’è ottimismo. Per questo Ernst&Young mette l’Italia alla posizione numero 11 nella classifica definitiva, una posizione più su rispetto allo scorso anno. La top 10 è invece così composta: Stati Uniti, Cina, Germania, Giappone, Regno Unito, Canada, India, Australia, Francia, Corea del Sud.
Fonte: Ernst&Young
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