Emissioni CO2 nell’UE, bufera sulla Merkel dopo il rinvio

di Onofrio Marco Mancini
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gas di scarico

Da oltre un anno la Commissione Ambiente dell’Unione Europea sta tentando in tutti i modi di porre un tetto massimo alle emissioni delle automibili. Qualche mese fa sembrava avercela fatta, stilando una road map che avrebbe portato al 2020 il tetto massimo delle emissioni consentite a 95 grammi di CO2 per chilometro percorso. Si trattava di numeri difficili da raggiungere anche per le auto più efficienti, e quasi impossibili per le auto di lusso. A questa strategia avevano persino aderito gli Stati Uniti, ma tutto è stato bloccato.

A mettere i bastoni tra gli ingranaggi è da tempo la Germania che vuol difendere uno dei suoi asset vincenti, ovvero quello delle auto molto potenti. BMW, Mercedes, Volkswagen e le altre case costruttrici tedesche non vedevano di buon occhio l’imposizione di limiti alle emissioni, ma un evento ha fatto insospettire non poco gli addetti ai lavori. Ad inizio settimana infatti era prevista una riunione degli esperti per ratificare l’entrata in vigore di questa strategia, ma tale riunione è stata improvvisamente rinviata.

A causare il rinvio è stata l’insistenza dei ministri tedeschi, ed in particolare di Angela Merkel che mai si era spesa così tanto contro questa causa. Andando a scavare così si è scoperto un altarino che potrebbe creare non pochi imbarazzi alla confermata cancelliera tedesca: la sua campagna elettorale sarebbe stata finanziata in buona parte proprio dalla BMW. Andando a scavare tra i nomi dei finanziatori infatti si è scoperto che Johanna Quandt, Stefan Quandt e Susanne Klatten, i tre più grandi azionisti della casa automobilistica, avrebbero versato sul conto del partito politico della Merkel, la CDU, la bellezza di 230 mila euro a testa circa, per un totale di quasi 700 mila euro.

A denunciare l’accaduto sono stati gli esponenti dell’opposizione, ed in particolare i Verdi e la sinistra radicale, che parlano di lobby che influenzano le scelte di governo. Uno dei sostenitori della Merkel ha smentito che ciò sia stato fatto per bloccare l’iter della legge in quanto la sua famiglia effettua donazioni sul conto di quel partito già da diversi anni, e quindi le due cose non possono essere collegate. Il sospetto però tra gli addetti ai lavori serpeggia e tutti gli altri ministri dell’ambiente europei continuano a spingere per fare in modo che, prima o poi, questa legge entri in vigore.

Foto: © Thinkstock

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