La disoccupazione in Italia tocca oggi livelli record. Mai nella storia sia quella giovanile che quella complessiva aveva toccato tetti così elevati. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, è stata superata la soglia psicologica del 40%, arrivando al 40,1%, per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, cioè quella delle persone che vanno dai 15 ai 24 anni. Resta alta, in crescita di oltre un punto percentuale rispetto a quella dell’anno scorso, anche la disoccupazione globale che raggiunge quota 12,2%. Peggio di noi in Europa fanno solo Spagna e Grecia.
Ma come se la passano i lavoratori? A quanto pare nemmeno tanto meglio. Uno studio realizzato dal World Economic Forum ha analizzato lo stato delle risorse umane (perché all’estero i lavoratori sono ancora considerati risorse) nei vari Paesi del mondo. Ha così analizzato tutta una serie di parametri che vanno dall’accesso al lavoro ai servizi ai dipendenti, ma anche la qualità della preparazione scolastica, lo stato di salute dei lavoratori, la capacità di sfruttare i talenti e la possibilità che una risorsa ha di crescere grazie al “training” offerto dall’azienda. Completano i fattori le infrastrutture e gli aspetti legali del lavoro.
Considerando tutti questi parametri ne deriva che i lavoratori più “fortunati” sono quelli svizzeri, ma in generale le condizioni di lavoro migliori sono proprio in Europa. Dopo gli elvetici infatti nella top ten si trovano Finlandia, Singapore, Olanda, Svezia, Germania, Norvegia, Regno Unito, Danimarca e Canada. E l’Italia? Il nostro Paese, nonostante si possa ancora considerare una super potenza avendo la quinta o sesta economia del mondo, viene declassato fino al trentasettesimo posto. Prima di noi compaiono nazioni come il Qatar, la Malesia, l’Islanda, Barbados, Estonia e Lituania.
Il nostro punteggio complessivo è di 0,266 punti, circa 7 volte in meno rispetto alla Svizzera. Dal punto di vista educativo e delle strutture scolastiche, siamo al quarantesimo posto, come politiche ambientali al 39esimo, e addirittura come forza lavoro ed occupazione al 75esimo posto. Solo le norme sulla sicurezza sul lavoro e lo stato di salute dei dipendenti rientrano tra quelle dei “Paesi civili” visto che ci portano al diciannovesimo al mondo. Per capire in che stato pietoso si trova il mondo del lavoro italiano basti dire che la Cina, da sempre vituperata e presentata come l’inferno dei lavoratori, è al 43esimo posto, appena 6 posizioni sotto di noi.
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