È una maledizione: l’Italia non riesce a strappare l’oro agli Europei di pallavolo nemmeno questa volta. A sbatterci la porta in faccia, dopo un torneo glorioso in cui sembravamo imbattibili, è ancora una volta la Russia che in quattro set fa fuori una formazione eccellente. Ma evidentemente non è stato abbastanza. Dopo aver eliminato senza problemi avversarie di ottima caratura, prima fra tutte l’Olanda, storica rivale di mille battaglie, sembrava che questo Europeo fosse quello giusto per la nazionale di Berruto.
Bisogna ammettere che i russi partivano avvantaggiati da una forma superiore, mentre gli azzurri hanno patito per tutto il torneo diversi infortuni. Inoltre i nostri avversari sono rodati da più tempo mentre i nostri ragazzi, tra i più giovani del torneo, non avevano avuto molte opportunità di giocare tutti insieme prima di questa kermesse. Anzi, tra gli esordienti c’era persino un giocatore di A2, Beretta, che però vede un futuro roseo davanti a sé.
Nonostante questo punto di partenza sfavorevole, l’Italia non si lascia mai sopraffare completamente dagli avversari. Perde i primi due set, ma rimane sempre molto vicina nel punteggio. 20-25 nel primo, 22-25 nel secondo. A fare la diffenza sono sostanzialmente due fattori: la battuta dei russi ed i muri, entrambi messi a segno con una frequenza circa doppia rispetto alla nostra. A tutto ciò va aggiunta una maggiore prestanza fisica dei nostri avversari che in questo sport conta tantissimo.
Per tutta la gara ci troviamo ad inseguire, ma non ci diamo mai per vinti. Tanto che nel terzo set, quello che poteva valere la vittoria, riusciamo a strappare un incredibile punto. Finisce 25-22, ma è solo un’illusione. Nel quarto i russi tornano in campo con il piglio dei primi minuti e non ci lasciano la possibilità di controbattere. Finisce 17-25, a noi va la quarta medaglia d’argento della nostra storia (la seconda consecutiva) e la consapevolezza che nei Mondiali dell’anno prossimo avremo una squadra giovane, con ottime potenzialità, ma con un anno in più di esperienza alle spalle.
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