L’Imu abolita, ritorna sotto un altro nome

di Onofrio Marco Mancini
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Il Governo Letta mette a segno un’altra operazione specchietto per le allodole. Per fare in modo di accontentare Berlusconi e i suoi colleghi del Pdl che fanno della battaglia contro l’Imu il proprio cavallo di battaglia, è stato trovato il modo di abolirla: farla ritornare sotto un altro nome. È quanto denunciato oggi da Repubblica che ha scovato una nuova voce in quelle possibili che andranno a comporre la service tax che entrerà in vigore subito dopo la prossima finanziaria.

Si chiama “tassa sui servizi comunali”, ed in sostanza avrà più o meno lo stesso peso dell’Imu che viene abolita. E così, se già prima gli italiani si lamentavano che il passaggio dall’Imu alla service tax sarebbe costato tanto, ora si lamenteranno ancora di più. Sì perché non solo servono i soldi per coprire il mancato introito della vecchia Ici, ma bisogna anche coprire le spese delle operazioni militari all’estero e del deficit di bilancio. Altrimenti bisognerebbe aumentare l’Iva. Per questo la trovata dell”incremento della service tax si calcola possa portare nelle casse statali circa 3 miliardi di euro, anche più di quanto necessario.

L’unico organo che potrebbe salvarci da questo ennesimo salasso è la Commissione Europea che non vede di buon occhio l’eliminazione totale dell’Imu. In questo modo, dicono da Bruxelles, la tassazione si sposta dal patrimonio alla persona, ed invece le linee guida europee sono totalmente opposte. A questo punto la maggioranza è spaccata in due. Bisogna trovare assolutamente la copertura finanziaria entro una settimana, o a partire dal 1° ottobre scatterà l’incremento dell’Iva dal 21 al 22%. Il PD, o parte di esso, preferisce confermare almeno la seconda rata dell’Imu, secondo le direttive europee. Il PDL non ne vuole sapere e così preferirebbe una soluzione “di comodo” come quella di far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, e magari anticiparlo a quest’anno. C’è anche chi ha proposto di triplicare la Tares. Insomma, per accontentare pochi, come sempre, si scontenteranno i soliti noti.

Foto: © Thinkstock

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