Energia solare, perché in Cina costa così poco?

di Onofrio Marco Mancini
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solare in cina

Da qualche anno, sul mercato del solare fotovoltaico, c’è una sorta di guerra commerciale tra Cina e resto del mondo. I produttori di pannelli ed altri strumenti solari in Europa ed in America sono spaventati dall’arrivo in massa dei loro omologhi cinesi che hanno una qualità più o meno simile alla loro, ma un prezzo decisamente inferiore. Ma come mai il prezzo di un pannello cinese può costare anche un terzo in meno rispetto ad uno prodotto in Europa?

La risposta che in molti si danno, che è la più immediata, è che il costo del lavoro lì è molto inferiore. Lo stipendio di un operaio è circa un quinto di quello europeo, ed i contributi sono praticamente inesistenti. Inoltre ci sono anche forti sussidi statali. Ma non c’è solo questo. Uno studio che ha comparato tutto l’iter produttivo in America ed in Cina ha scoperto un aspetto sorprendente perché risponde alla più elementare delle leggi di mercato, ma nessuno ci aveva mai pensato: i pannelli cinesi costano di meno perché sono prodotti in quantità maggiori.

Lo studio, pubblicato sul Royal Society of Chemistry journal Energy & Environmental Science, e realizzato dal US Department of National Renewable Energy Laboratory (NREL) e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), ha esaminato ogni passaggio, e relativo costo, nei due mercati. Il mercato di riferimento è quello del pannello in silicio monocristallino nel primo semestre del 2012.

Secondo i loro dati, il prezzo minimo sostenibile, il prezzo cioè sotto il quale non conviene più produrre perché si va in perdita, è di 1,19 dollari per watt negli Stati Uniti e di 0,91 dollari in Cina, ovvero il 23% in meno. Questa riduzione non deriva dal costo basso della manodopera perché questo fattore viene a mancare a causa di alcuni fattori regionali che bilanciano l’abbassamento del prezzo. E così, valutando i pro e i contro, i ricercatori sono giunti alla conclusione che il prezzo è più basso perché si produce (e si vende) di più.

Per questo Al Goodrich , Senior Analyst del NREL, ha affermato che questo vantaggio non è una prerogativa cinese, ma può essere replicato ovunque. Anche se c’è sempre il problema che non ci sono tanti produttori disposti ad aumentare a dismisura la propria produzione senza una certezza di un ritorno. Per questo le future innovazioni che ridurranno ulteriormente il costo di produzione potrebbero livellare i due parametri.

Fonte: Sciencedaily
Foto: © Thinkstock

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