Aria di nuovo irrespirabile a Taranto, ma stavolta è colpa dell’Eni

di Onofrio Marco Mancini
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Per decenni l’aria di Taranto è stata irrespirabile perché sapeva di gas, lo scarico che emetteva l’Ilva durante la sua produzione. Oggi l’Ilva è ferma, ma una nuova sciagura costringe i tarantini a rimanere nuovamente chiusi in casa: l’Eni. La raffineria della cittadina pugliese infatti ha subìto ieri sera un black-out, si pensa causato da un fulmine, e questo evento ha comportato due conseguenze disastrose per l’ambiente e per la qualità della vita dei tarantini: una puzza incredibile dovuta ad una nube nera che si è sollevata sulla città, e lo sversamento di idrocarburi in mare.

La conferma arriva dall’ambientalista di Peacelink Alessandro Marescotti che parla di “materiale grigiastro semiraffinato” che ha invaso l’acqua vicina alla centrale. Questo sversamento per adesso non sembra allarmare le autorità. Ad aiutare nelle operazioni di soccorso ci sono per fortuna la corrente marina ed il vento che hanno compattato la chiazza, evitando che si disperdesse a largo, ma l’hanno circoscritta a poche decine di metri dalla spiaggia, in modo da semplificare le operazioni di recupero.

Quello che invece preoccupa è l’inquinamento atmosferico. L’area più preoccupante è quella vicina alla costa, dove si dirige la nube di fumo, la quale rende praticamente impossibile alle imbarcazioni avvicinarsi al porto. Ma mentre la Capitaneria cerca di tranquillizzare tutti, affermando che non ci sono allarmi, interviene Angelo Bonelli, leader dei Verdi che ormai a Taranto sembra averci preso la residenza visto che nell’ultimo anno le sue battaglie si sono concentrate in questa città. E le sue parole non sono altrettanto tranquillizzanti:

La situazione è grave ed è per questo che ho deciso di presentare una denuncia in procura a Taranto perché non sarebbero attive le centraline perimetrali di monitoraggio previste dall’Aia. Ma chi controlla in questo paese che l’inquinamento non venga tollerato? […] l’Arpa non è in grado dai propri uffici di sapere quanto le centraline Eni stanno misurando in tempo reale

denuncia il politico. La situazione al momento sembra sotto controllo, ma certo è che un’altra sciagura una città martoriata come Taranto se la sarebbe risparmiata volentieri. E l’aspetto più preoccupante è che vedendo con quanta facilità questi avvenimenti accadono, non resta che aspettare il prossimo.

Foto: © Thinkstock

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Premio Sviluppo Sostenibile a Società Agricola F.lli Cassese - M'informo 25 Novembre 2014 - 09:46

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