Il 26 luglio scorso i professionisti che emettono fattura con marca da bollo o i semplici cittadini che si recano in un ufficio pubblico per richiedere un certificato ufficiale, hanno visto lievitare del 10% il costo delle marche da allegare alla pratica. Passata abbastanza sotto silenzio in occasione del decreto del Fare, quello tanto pubblicizzato con gli aiuti all’occupazione e tanto altro, le poche parole che sono state spese in merito a questa tassazione hanno riportato come motivazione quella delle emergenze.
Le centinaia di milioni che lo Stato guadagnerà con l’incremento delle marche da bollo serviranno per finanziare la ricostruzione dei paesi abruzzesi distrutti dal terremoto e per poter dare un tetto agli sfollati. Con questa motivazione l’opinione pubblica ha accettato senza battere ciglio questo incremento di diversi centesimi. Un post pubblicato ieri sera però sul blog di Beppe Grillo potrebbe cambiare l’opinione che gli italiani hanno su questo incremento.
Secondo il comico infatti, all’interno delle emergenze finanziate dall’aumento dei valori bollati (ma anche delle tasse sulle sigarette elettroniche, i distributori automatici, la benzina e l’editoria) c’è anche l’Expo 2015. Secondo quanto scrive sul suo sito Grillo,
Una delle “emergenze” finanziate con l’aumento dei bolli è l’Expo 2015 di Milano.
Se fosse vero sarebbe l’ennesimo scandalo all’italiana. Le emergenze, lo dice la parola stessa, sono quegli eventi improvvisi ed imprevedibili per far fronte ai quali il Governo ha bisogno di soldi liquidi immediatamente. Ma che l’Expo si debba tenere a Milano tra due anni si sa dal 2008. Che l’emergenza sia rappresentata dal fatto che per 5 anni non è stato fatto granché e si sono resi conto che a 2 anni dall’inizio dell’evento siamo ancora in alto mare? Ad ogni modo non si può consentire di definire emergenza un evento la cui esistenza è nota da anni.
Ma chi paga e quanto? Le marche da bollo da 1,81 euro sulle fatture non assoggettate ad iva o i documenti per importi superiori a 77,47 euro aumentano a 2 euro. Quelle da 14,62 sui documenti ufficiali salgono a 16. Introito previsto: 1,2 miliardi di euro.
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