Ancora una vittoria Red Bull, ancora la Ferrari che arranca. Quella bella macchina che correva più delle altre e che se la giocava con i tori rossi vista a Barcellona evidentemente è rimasta lì perché da un paio di mesi il Cavallino sembra essere azzoppato. Non solo problemi tecnici e sfortuna, come nel caso di Massa. Anche quando non c’è nulla di tutto questo la Rossa di Maranello sembra essere un gradino, e forse più, indietro rispetto agli avversari.
La dimostrazione l’abbiamo avuta sul circuito del Nurburbring dove, in seguito ad una qualifica “strategica” fatta per avere un vantaggio in partenza dato che la pole position era impossibile da raggiungere, tale vantaggio non si è visto perché Alonso è rientrato ai box insieme agli altri, annullando così la strategia di guadagnare terreno girando quando gli avversari erano a far benzina. Ma vediamo com’è andata la gara.
Si partiva da una situazione favorevole alla Mercedes di Hamilton che si era guadagnato la pole position (il suo compagno era rimasto fuori dalla Q1 incredibilmente), e si era piazzato davanti ad entrambe le Red Bull e le Lotus. Le Ferrari partivano dalla quarta fila. Al via, come spesso abbiamo visto quest’anno, Hamilton va subito in difficoltà, sembra quasi che in qualifica e in gara abbia due macchine diverse, e si fa subito scavalcare dalle Red Bull. Mantiene per quanto può la battaglia con Webber mentre Vettel si piazza al primo posto e da lì non lo schioderà più nessuno.
Tra i ferraristi parte bene Massa che recupera qualche posizione ma poi incredibilmente esce lungo da una curva, testa-coda ed auto ferma ai margini della pista. Dopo pochi giri dunque la gara del brasiliano finisce. Ancora una volta. A sorprendere, come dicevamo, è che la strategia della Ferrari salta completamente. Al primo turno di sosta, quando tutti quelli che sono partiti con le gomme morbide passano alle medie, si pensava che Alonso continuasse a correre perché le medie ce le aveva già. Ed invece incredibilmente si ferma appena un paio di giri dopo gli avversari, perdendo tutto il vantaggio potenziale, e passando dal secondo posto al nono.
In questo Gran Premio non si sono registrati scoppi di gomme, ma altri incidenti imbarazzanti sì. Dopo quello di Massa ne accade uno alla Red Bull con Webber che, dopo la sosta, perde una gomma montata male. La ruota arriva impazzita addosso ad un operatore televisivo, per fortuna uscito illeso, ma intanto il pilota perde tantissimo terreno finché riesce a rientrare ai box e a ripartire. Di lì a poco scattano la gare nella gara, ovvero Vettel contro le Lotus e Alonso contro Hamilton.
Il secondo incidente imbarazzante avviene a Bianchi. La sua auto va a fuoco, lui la parcheggia a bordo pista ma la lascia in folle e, vista la pendenza del terreno, l’auto torna in pista senza pilota. Per garantire la sicurezza la direzione di gara fa uscire la safety car che annulla le distanze. Alla sua uscita le Lotus vanno più forti ma Vettel riesce a difendersi bene dall’attacco di Grosjean. Hamilton invece rimane indietro perché si era fermato appena prima ai box e rimane così imbottigliato nel traffico all’uscita.
Verso la fine della gara, quando ormai tutti i pit stop sono stati completati, la fortuna di Vettel è che le due Lotus cominciano a battagliare tra di loro, consentendogli di compiere gli ultimi giri in tranquillità. Alonso tenta fino all’ultimo di approfittare della situazione ma rimane comunque quarto. Questo l’ordine di arrivo finale:
- Vettel
- Raikkonen
- Grosjean
- Alonso
- Hamilton
- Button
- Webber
- Perez
- Rosberg
- Hulkenberg
- Di Resta
- Ricciardo
- Sutil
- Gutierrez
- Maldonado
- Bottas
- Pic
- Van der Garde
Questa la classifica iridata alla fine del Gran Premio di Germania, nono della stagione:
- Vettel 157
- Alonso 123
- Raikkonen 116
- Hamilton 99
- Webber 93
- Rosberg 84
- Massa 57
- Grosjean 41
- Di Resta 36
- Button 33
Questa invece la classifica costruttori:
- Red Bull 250
- Mercedes 183
- Ferrari 180
- Lotus 157
- Force India 59
- McLaren 49
Foto: Red Bull su Facebook